460ogni acerba cura,
ogni spavento,
ogni pensier lento,
ogni albagia?
Anzi, vero, chi potria 465star che non servisse,
non profferisse
soccorrer, satisfare
alle voglie, allo spettare
di chi amor sente, 470e cercasse far contente
l’alme affannate
ch’ogni ora mille fiate
infra sospir son gite ratenute,
sbigottite, sparute, 475smarrite, scambiate,
riposate
in altrui seno?
E per Dio non è meno
il piacer che contenta 480chi sua fiamma ralenta
per lo servir d’altrui,
che sia di colui
che ’l dono suo ben assetta
e più là non aspetta 485che insino che gli esca
di sua mano e acresca
util, grazia e piacere
a chi lo sa volere
cortese e presto. 490E non è meno foresto,
meno incivile,
men discortese e vile
chi ’l don porger non vole,
che chi ’l don pòrto non tole 495ov’è pregato.