Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. III, 1973 – BEIC 1724974.djvu/211

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dannosa. Stanno or l’uno or l’altro come nimici spioni, né puoi a te fare utile tempo o luogo alcuno. Così ti senti assediata da continui vigilantissimi testimoni, e disturbata in ogni tua amorosa impresa. Pertanto vi conforto e ammunisco eleggiate di tutta la moltitudine non più che uno qual dissi amante, a cui vi porgerete ornate non meno d’amore che di gentilezze, né meno di gentilezze che d’abito o portamenti. Poi agli altri tutti sarete con vostri sguardi avare e rattenute, e così tutti in pochi dì, vedendosi non accetti, vi lasceranno godere quale ben nutrirete uno solo dolce amore. Niuno ama lunghi dì se non spera essere accetto. Se mostrerete non l’avere accetto, certo lascerà l’impresa. Né piaccia a voi l’oppinione di quelle vane giovinette, quali persuadono a se stessi ogni grazia e forza a farsi amare averla in loro ornamenti e apparati. Affermovi, figliuole mie, che né gemme, né auro, né nostre chiome o fronte, ma i gentilissimi costumi, la umanità, la facilità, la pietà, sono l’arme con che noi trionfiamo d’amore. Molte più vidi sozze, grate, liete e modeste essere amate che belle, altiere e superbe. Ingegno altiero può mai dolce amare. E qui pensate fra voi, o giovinette, qual cosa prima incese voi ad amare. Credo io fu non purpura, gemme o qual sia ornamento della fortuna, ma bene il costume, la virtù, la modestia e civiltà di chi vi serve. Simile quale a voi, così interviene a chi v’ama. Adunque porgetevi a uno solo virtuoso e modesto, non come alcune avventate e ardite, ma con dolce presenza, con dolce costume, con intera umanità, con semplice facilità, liete, festive, gioconde, e a quel modo, quanto vorrete, acquisterete grazia, benivolenza, e pronto servire da chi voi desiderate.

Così vedesti come conviensi eleggere uno solo amante quanto di sopra dissi virtuoso e modesto, di matura età e interi costumi, quale uno voglio vi disponiate tanto amare quanto da lui desiderate essere amate. Rammentami a questo proposito in quel mio primo amore più volte piangendo in grembo della mia carissima madre dolermi, ove a me non parea che il mio signore, quello uno, parte dell’anima mia, quello uno solo a cui io aveva tutta donata me stessi, fussi verso di me grato a ricambiare quanto da lui desiderava molto e apertissimo amore. E così troppo incesa