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libro quinto. 123

vi concorreranno una infinità di colombi. Se tu farai lo spazzo de la tua colombaia di creta, et lo bagnerai, et ribagnerai spesso con la orina de gli huomini, lasciando gli altri colombi le sedie de loro Antichi, ti si multiplicheranno grandissimamente. Fuori de le finestre fa che vi sieno cornici di pietra, o tavole di ulivo, che sportino fuori uno cubito, su per le quali i colombi habbino da fermarsi ne lo arrivare, et da le quali habbino a pigliare il volo nel partirsi. Gli uccelletti minori rinchiusi per il vedere de li alberi, et del cielo si marciscono. I nidii, et le stanzette per li uccelli, bisogna farle in luoghi caldi. Ma a quelli, che più tosto camminano che e’ volino, bisogna collocarli bassi, et in esso terreno; a li altri bisogna porli in luoghi più alti. Tutti habbino le sponde di quà, et di là per amor di ritenere l’uova, et i figliolini, che non caschino. Per far i nidii è più commodo il loto che la calcina et la calcina più che il gesso. Tutte le sorti di Pietra viva sono cattive, i mattoni son più utili che il tufo, purche non sieno troppo cotti. I legnami o di oppio, o di abeto, sono utilissimi. Tutte le stanze per gli uccelli vogliono essere pulite, pure, nette, et massimo per i colombi. Anzi se il bestiame ancora di quattro piedi stara in luoghi brutti, diventerà scabbioso. Et però faccinsi in volta arricciate, ìntonacate, e imbiancate per tutto, et turisi ogni minimo bucolino, accioche le Faine, le Donnole, et le Lucertole, o simili bestiuole non possino far danno a l’uova, a Pippioncini, o a le mura. Aggiunghinvisi le tramogge da beccare, et gli abbeveratoi. Et però faccisi intorno a la Villa un fossone, dove l’Anitre, i Porci, e le Bestie vaccine vi si possino et lavare, et gittarvisi dentro, et quando tu dai loro da mangiare, o sia buono, o sia cattivo tempo, fa che le si sattollino. I beccatoi, et gli abbeveratoi per gli uccelletti minori ne le loro stanze, si mettino i canali lungo il muro, accioche e’ non gli possino spandere con i piedi, ne imbrattare le cose che tu vi dai loro. Fa che questi habbino alcune cannelle da lato di fuori, da le quali tu possi porgervi dentro il vitto loro. Nel mezo fa che vi sia un lavatoio, dove possa stare assai acqua chiara. Farai il vivaio in terreno cretoso, et tanto fondo, che ei non habbia a ribollire per i raggi del Sole, ne addiacciarsi per il soverchio freddo. Oltra questo da gli lati faravi alcune caverne, accioche il pesce habbia dove riffuggire se subitamente sentisse intorbidarli le acque, et non li marcisca sbigottito de lo animo. Il pesce si nutrisce del sugo de la terra, patisce de gran caldi, et per i diacci si muore: A Soli di mezo giorno si rallegra, et scherza. Credono che alcuna volta sia bene che e’ vi entri dentro le piene fangose che vengono da le pioggie, ma non si devono ricevere le prime dopo i giorni caniculari, perche sanno come di calcina, et ammazzano i pesci, et dipoi non si debbe mettervene dentro, se non di rado: percioche elle nuocono con il muschio puzzolente et a l’acqua et al pesce. Ma bisogna avertire che l’acqua continovamente vi entri, et continovamente se ne vadia, venga ella o da fonte, o da fiume, o da lago, o da Mare. Ma de vivai, che si fanno d’acque Marine, ne insegnano commodamente più a la larga in questo modo. Ne le regioni fangose si nutriscono i pesci stiacciati, come sono le Sogliole: Ne paesi arenosi le Cocchiglie: gli altri si nutriscono meglio nel Mare, come le Orate, ed i Dentali: fra sassi si nutriscono meglio i Tordi, et le Merle, et gli altri, che infra sassi son nati. Ultimamente dicono, che quello stagno è ottimo per conserve di pesci, che sarà collocato in modo, che l’onda del Mare, che di nuovo vi viene, ripercuota in quella che vi era innanzi, et che non lasci impigrirvisi dentro l’acqua, che vi era prima: et dicono che quelle acque diventano manco sane, che si rinnovano pur troppo adagio. Hor sia detto a bastanza de la industria, et de la diligentia del Fattore circa molte cose. Ma molto si loda quel che giova grandemente al rassettare, et al porre le ricolte, per amor de le quali bisogna ordinare l’aia, esposta a Soli, et a venti, non lontana da la capanna, che noi ti dicemmo poco avanti, accio-


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