Pagina:Alberti - Della architettura della pittura e della statua, 1782.djvu/237

Da Wikisource.

libro ottavo. 215

e’ vi sia alcuna cosa, che non lasci spargere in alto le voci, et massimo ne le volte, accioche rimbombando non rintruoni ne gli orecchi; nè sarà maraviglia: se per farle più gratiate, et per utilità ancora vi si metteranno ne le mura alcune cornici. Io ho considerato mediante le muraglie de gli Antichi, che e’ facevano le curie quadrate. A la curia in volta facevano il muro alto sei settimi de la larghezza de la facciata, et facevano la volta a meza botte: rincontro a la porta a quei che entravano dentro, si offeriva la tribuna larga, la cui saetta era per il terzo de la sua corda: la larghezza de la porta col suo vano occupava il settimo del suo muro. Intorno a la metà de la altezza del suo muro, et un ottavo più di detta meza parte, si mettono con loro aggetti, architravi, fregi, cornici, et colonne, le quali da alcuni sono state messe più spesse, et da alcuni più rade secondo che si sono dilettati d’haverle più folte, o più rade, secondo il disegno de’ colonnati, et de le loggie de Tempii. Sopra le cornici da destra, et da sinistra, collocavano in certe zane fattevi nel muro et statue, et altre cose attenenti a la Religione, ma nel muro de la facciata di testa aprivano al pari de l’altezza de le zane una finestra il doppio più larga, che alta, con due colonnette nel mezo che reggessino il cardinale disopra. Si che in questo modo sarà la curia de Sacerdoti. Ma la curia de Senatori si farà in questo altro modo: la larghezza de la pianta sarà i duoi terzi de la sua lunghezza; l’altezza sino a le travi del tetto sarà quanto è la larghezza de la pianta, et un quarto più di detta lunghezza. Intorno a le mura vi si metteranno cornici in questo modo: Dividasi da basso ad alto in nove parti, una de lequali se ne dia a lo imbasamento, o zoccolo che serva per rilevarsi da terra a le colonne, et questa parte del sodo servirà per spalliere de le panche da sedere. Quel che da quivi insuso poi vi resta, dividerai in sette parti, quattro de le quali ne darai al primo colonnato, sopra il quale porrai dipoi l’altro colonnato, sopra i quali porrai gli architravi, il fregio, et gli altri adornamenti che seguitano, et così il primo, come il secondo colonnato harà le sue base, i suoi capitelli, et le sue cornici, et l’altre appartenenze in quel modo che noi dicemmo che s’aspettavano a le Basiliche: Gli intervalli loro cosi da destra, come da sinistra, ne le mura sopra tutto bisogna che si faccino in caffo, et che i vani vi sieno uguali: ma ne le teste non sieno gli intervalli più che tre, de quali quel del mezo sarà il quarto più largo che gli altri: Infra ciascuno de vani, o sieno divisi con colonne, o pur con mensole che sieno sopra le cornici del mezo, faccivinsi le finestre, conciosia che queste curie hanno bisogno di grandissimo lume, et si metteranno sotto le finestre i davanzali nel modo che noi dicemmo a quelle de le Basiliche, et gli adornamenti de le finestre, che usciranno fuori del diritto del muro, non passeranno con la loro altezza, l’altezza de le vicine colonne senza i capitelli: ma l’altezza del vano de le finestre si dividerà in xi. parti, sette de le quali se ne assegneranno a la sua larghezza; ma se e’ ti piacerà, lasciando stare di mettervi le colonne, porvi mensole in cambio di capitelli, allhora ci serviremo di quei disegni che ne le porte userebbono gli Ionici, cioè haranno quelle finestre da gli lati alcuni orecchi, come quelle porte, che si faranno in questo modo: la larghezza di queste mensole ha da essere quanto sarebbe da capo il vivo de la colonna, lasciando da parte gli aggetti del collarino, et del bastone, et siano lunghe quanto è la lunghezza del capitello Corinthio senza la cimasa: lo aggetto di questa mensola non sarà più che si sia quello de la cimasa de lo architrave, fregio, et cornice. Hebbono ancora in molti luoghi alcune altre sorti di edificii, che et per necessità, et per loro diletto ancora ricevevano adornamenti, et rendevano la Città più magnifica. Dicono che appresso a la Academia di Athene era un bosco consacrato a gli Dii molto bello, il qual fu tagliato da Sylla nel fare una Trincea, o Bastione contro ad Athene. Alessandro Severo aggiunse a le sue terme, o bagni un bosco, et alle Antoniane arrose molte egregie stanze da


no-