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266 della architettura

lunga quaranta; et in questa condusse per condotti di doccioni sotto terra l’acqua cosi raccolta da la fossa. Et era quella fossa posta in molto più alto luogo, che non era la coperta de la conserva, o bottino dell’acqua. Se tu farai nella citerna un suolo di ghiaia cantoluta, o di rena del fiume grossa ben lavata, o vero ne riempierai una parte de la citerna, come dire sino all’altezza di tre piedi, ella ti darà una acqua pura, sincera, et fredda; et quanto questo suolo sarà più grosso, tanto sarà l’acqua più chiara. L’acqua de la citerna alcuna volta se ne và per le aperture del mal murato, et fesso bottino: Alcuna volta si corrompe per le brutture. Et certo che egli è cosa difficile il voler tenere serrata l’acqua in una prigione di muraglia, se la muraglia non sarà saldissima; et sopra tutto sia fatta di pietre ordinarie. Et sopra tutto bisogna, che un simile lavoro sia asciuttissimo avanti che tu vi metta dentro l’acqua, percioche ella per la gravezza sua prieme la muraglia, et per le humettationi getta sudori, et trovati i pori gli apre con stillare in quelli fino a tanto che se ne và poi come per cannelle più larghe liberamente. Gli Antichi per riparare a questa incommodità, vi provedevano, et massimo nelli angoli de le mura, con farvi più, et più intonichi l’un l’opra l’altro, et facevano una scorza con grandissima diligentia di intonico simile al marmo, Ma e’ non si riparava in modo alcuno meglio à simili versamenti di acqua, in questo luogo con cosa alcuna, che con il riempiere di creta infra il muro de la citerna, et il lato de la fossa di detta, pigiata, et mazzapicchiata, o pillata grandissimamente. Io ho comandato che egli adoperino in questo luogo creta asciuttissima, et trita a guisa di polvere. Sono alcuni, che pensano che se tu torrai un vaso di vetro, et lo empierai di sale, et lo turerai con calcina spenta con olio bene, talmente che non vi possi entrare dentro acqua, et porrai questo vaso, che stia sospeso in mezo de le acque de la citerna, e’ t’averrà che le acque di quella citerna non si corromperanno mai per gran tempo che elle vi stieno. Aggiungonci alcuni ancora lo argento vivo. Et alcuni pensano che se si toglie un vaso novo di terra pieno di aceto fortissimo, et turato benissimo, come ti dissi, et mettasi nella citerna, prestissimo risanerà una acqua, che sia mucida. Dicono che l’acque de la citerna, et del pozzo diventano più purgate, et mettendovisi dentro de pesciuoli, percioche e’ pensano che i pesci si nutrischino, et si paschino de la mucidaglia dell’acqua, et de la humidità del terreno. Dicesi quella sententia di Epigenio: Quella acqua, che una volta si farà corrotta, et si purifica in spacio di tempo, et di nuovo torna buona, quella (dice) non si corromperà mai più. Quella acqua che harà cominciato a puzzare, agitata assai assai, et trasportata, et commossa, lascerà il puzzo: il che è chiaro ancora che aviene al vino, che tiene di mucido, et allo olio. Dice Iosefo ch’essendo Moise arrivato in un luogo arido, et non vi essendo altra acqua, che quella d’un pozzo amaro, et brutto, comandò che e’ se ne attignesse, il che havendo fatto, i suoi soldati con dibatterla, et con il dimenarla, in si fatto modo, divenne buona a bere. Egli è manifesto che le acque si purgano nel cuocerle, et nel distillarle. Le acque ancora che tengono di sannitro, et di amaro, dicono, che si mitigano messovi dentro una stiacciata d’orozo fritto, di maniera che fra due hore tu ne potrai bere. Ma alle citerne da bere, oltre alle dette cose, accioche l’acqua vi sia più purgata, si aggiugne un pozzo piccolo accerchiato di sue proprie mura, poste in luogo commodo, che sia alquanto posto col fondo più basso, che la citerna. Et harà questo pozzo nel suo fianco alcune finestrette rimurate con spugne, o pomici, accioche l’acqua non possa penetrare de la citerna in questo pozzo, se non ben purgata, et distillata da tutte le grassezze. Appresso a Tarragona in Hispagna si truova una pomice bianca piena di pori minutissimi, per i quali l’acqua subito si stilla limpidissima. Distillerassi ancora se tu serrerai l’entrata per la quale ella harà da venire con un vaso forato da ogni banda di spessissimi bucolini, et ripieno di rena di fiume, di modo che


l’ac-