Pagina:Alberti - Della pittura e della statua, Milano, 1804.djvu/117

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88 della pittura

me ciascuna di esse sia, e continuerà con gli occhi e con la mente tutto il tempo nella vita sua in questa investigazione. Conciossiachè egli considererà il grembo di coloro che seggono e le gambe quanto dolcemente piegandosi in un certo modo caschino. Considererà la faccia, e tutta l’attitudine di quel che starà ritto. Nè sarà finalmente parte alcuna della quale ei non sappi quale sia l’officio e la proporzione di essa, ed ami di tutte le parti non solo la simiglianza, ma principalmente essa bellezza delle cose. Demetrio quel Pittore antico fu molto più curioso nello esprimere la somiglianza delle cose, che ei non fu nel conoscere il bello. Dunque si debbe andare scegliendo da corpi bellissimi le più lodate parti. Per tanto bisogna porre ogni studio ed industria principalmente in conoscere, imparare, ed esprimere il bello. La qual cosa ancorchè sia più di tutte l’altre difficilissima, perchè non si trovino in un luogo solo tutte le lodi della bellezza, essendo esse rare e disperse, si debbe nondimeno esporre qualsivoglia fatica in investigarla, ed in impararla. Imperocchè chi avrà imparato le cose più importanti, e saprà esercitarsi in esse, potrà poi costui molto più facilmente trattar a suo piacere le cose di minor importanza. Nè si trova finalmente cosa alcuna tanto difficile, che non si possa e con lo studio, e con l’assiduità metter ad effetto. Ma acciò che il