Pagina:Alberti - Della pittura e della statua, Milano, 1804.djvu/126

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di leonbatista alberti. 97

sieno pur troppo puliti, fanno talmente che le opere loro paino consumate dalla vecchiezza avanti che finite. I Pittori antichi solevano biasimare Protogene che non sapeva mai cavar le mani di sopra una tavola. E ragionevolmente certo. Imperocchè egli è di necessità sforzarsi di por tanta diligenza nelle cose, quanta sia abbastanza, secondo il valore dell’ingegno. Ma il volere in ogni cosa più di quel che tu possa, o che si convenga, è cosa da uno ingegno piuttosto ostinato che diligente. Bisogna adunque por nelle cose una diligenza moderata, chiederne parere agli amici, anzi nel metter in alto detto lavoro, è bene stare ad ascoltare, e chiamare a vederlo di tempo in tempo quasi ciascuno. Ed in questo modo il lavoro del Pittore è per dovere essere grato alla moltitudine. Il giudicio adunque e la censura della moltitudine non sarà allora sprezzata, quando ancora tu potrai satisfare alle diverse opinioni. Dicono che Apelle si soleva nascondere dietro alla tavola, acciocchè coloro che la riguardavano potessero più liberamente parlare, ed egli stare ad ascoltale più onestamente i difetti de’ suoi lavori, che essi raccontavano. Io vorrei adunque che i nostri Pittori stessino scoperti ad udire spesso, ed a ricercare ognuno che li dicesse liberamente quel che le ne pare; conciossiachè questo giova ad intender la varietà delle cose, e ad acquistarsi molto una certa