Pagina:Alberti - Della pittura e della statua, Milano, 1804.djvu/27

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xxvi cosimo bartoli ec.

tutti gli uomini che la veggono, che come statue di marmo stanno molto lungo tempo, quasi insensati a considerarla: talchè io giudico, che ei sia molto meglio lasciare questa maraviglia negli animi dello universale, più tosto che volere con parole cercare d’accrescere quel che io certo diminuirei. Ma io non ho presa la penna per questo, maraviglinsi gli uomini di giudizio delle opere vostre, seguinvi, e senza invidia imitinvi gli emoli vostri. Corra continuamente la gioventù ad imparare da’ vostri disegni, da’ vostri coloriti, e da’ vostri ammaestramenti: e voi intanto non vi sdegnate che questa operetta della pittura, del virtuosissimo Leonbatista Alberti esca fuori, in questa nostra lingua tradotta da me, sotto il nome vostro: acciocchè i principianti della pittura possino dalla detta operetta pigliare, come si dice, i primi elementi, e dalle maravigliose opere vostre poi le perfezioni del ben dipignere. Amatemi come solete, e vivete felice.