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Sofia Bisi Albini. La sua vita e la sua opera xxxi

il suo capolavoro non ha ancora nella letteratura giovanile italiana il posto che si merita. Se «Pinocchio» è inimitabile nella sua arguzia e meravigliosamente adatto in ogni sua parola alla fanciullezza: se il «Cuore» conduce la fresca puerizia ad un orizzonte illuminato dalle più pure idealità umane: «Il figlio di Grazia» raggiunge per la prima giovinezza, assetata d’ignoto, la vetta della serenità, verde e amichevole come le vette delle Alpi dove si snoda il racconto. «Pinocchio» «Cuore» e «Il figlio di Grazia» hanno valori equivalenti e sono le tre note dominanti tra i libri italiani offerti alla giovinezza.

A completare la personalità d’artista e di educatrice di Sofia Bisi Albini gioverebbe non soltanto la pubblicazione dei due libri già accennati, ma anche di «Orietta scopre l’Italia» libro forse non completamente finito e che essa prediligeva. Una cara promessa ci è stata fatta da Maso Bisi, la raccolta delle lettere che Sofia Bisi Albini scrisse ai suoi due figliuoli alla fronte, durante quattro anni di guerra. E io vorrei fosse ripubblicato in volume anche «Il libro di una spettatrice» che per me rimane come l’esplicazione più alta del suo intelletto d’amore. Esso avrebbe lo stesso valore affettivo

Sofia Bisi Albini. La sua vita e la sua opera xxxi