Pagina:Alcuni discorsi sulla botanica.djvu/85

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» statua di Giove Capitolino, che al tempo di Plinio contava cinquecento cinquant’un anni, sempre sana ed inalterata, erano fatte di cipresso; come pure di cipresso erano le porte di S. Pietro in Roma, che stettero al posto 1100 anni, cioè da Costantino fino a papa Eugenio IV.»

Il legno del zimbro, tenero, e di gradevole odore, cede facilmente sotto il ferro dell’artefice, e per ciò s’adatta a dilicati lavori d’intaglio, come ne chiariscono i pastori della Svizzera e del Tirolo, che ne traggon fuori piccole figure d’uomini e d’animali, trastulli da ragazzi, cucchiaj, forchette, vasellini, modelletti ecc. che portano a vendere da per tutto, alcuni de’ quali molto ingegnosi. Al medesimo uso in Germania serve il pezzo (pinus picea), se non che il suo legno ha odore spiacevole.

Durissimo per contrario è il legno del tasso, e però eccellente a farne caviglie, denti da mulino, manichi per mazze, forche, forconi, vette di coreggiato per battere il grano e vergheggiar la lana. Gli antichi se ne valevano per balestre, archi e freccie, onde leggiamo:

» Ityraeos taxi curvantur in arcus.                                    Virg. Georg.

E medesimamente a farne archi i Lapponesi si servono oggidì del mugo, dal quale traggono ancora quelle lunghe suola, di che si giovano per correre scivolando sulle nevi.

Insomma non troveresti per avventura lavoro da falegname grossolano o dilicato, al quale non