Pagina:Alcuni scritti del dottor Carlo Cattaneo vol. I, Milano 1846.djvu/88

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modi, con cui si può meglio riprodurre un'idèa già felicemente espressa in altra lingua, e che sta fissa e immòbile nel testo ad aspettare che il traduttore la raggiunga e ritragga. Ma chi vuol esporre le novità del proprio ingegno, non può aver questo agio; poichè le idèe male adombrate e incerte sfùggono come un lampo alla mente, per poco ch'ella si divaghi a cercare una parola o tentare una frase. Le traduzioni imitative stanno alla letteratura, come i solfeggi alla voce, i quali la rèndono larga, flessìbile, intonata, pronta a colpire al volo le fugaci inspirazioni che riceve nell'onda stessa del canto.

Alcuni pensàrono che codeste reliquie delle tradizioni popolari, sian esse spagnuole, o gallesi, o illìriche, o scandinave, non dovrèbbero mai tradursi colla pompa di Cesarotti o colla nobiltà di Vincenzo Monti; vorrèbbero che le cose antiche si traducèssero in lingua antiquata, e che fra le leggende balbettanti del duecento si cercàssero le goffe rime e le rùvide frasi che sole pòssono rappresentare la grezza forma delle tradizioni antiche. Veramente noi ammiriamo nelle gallerìe di Venezia i Tiziani, tuttochè offuscati dal tempo; e abbiamo più cara quella inculta loro verginità, che i temerari rappezzi e il belloetto mereticio dei ristauratori. Ma se alcun prendesse a copiare la Vènere o la Maddalena, dovrebbe egli cercar sulla tavolozza un color di presciutto affumicato? Quella non sarebbe già copia del nativo Tiziano, ma una contrafazione dell'òpera odiosa del tempo, che va divorando l'òpera dell'arte. Meglio poi lasciare quali sono la Vènere e la Maddalena, e provi allato una copia splèndida di tutta la gioventù del colorito; la quale dica al riguardante ciò che la pittura originale non può più dirgli; cosicchè mirando e rimirando alternamente l'una e l'altra, egli possa a poco a poco intravedere sotto al velo che la vetustà diffuse sull'originale; e perciò chi ebbe a dire troppo vivace e fresca l'Iliade del Monti, si lagnò d'un difetto che ogni anno andrà fatalmente minorando, e che, sino a quando duri, eluderà per noi gli effetti maligni del tempo. Possiamo essere certi che