Pagina:Aleardi - Canti, Firenze 1899.djvu/505

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poemetto giovanile. 465

Raccolte in croce, in quelle pose stanche
Pur custodite dal pudor, che mai,
Fin nei deliri d’un dolore acuto,
Da la vergine mai non si scompagna!

     Sole nel mondo! Ognor che il reo pensiero
Ripiombava su quelle anime affrante,
Pietosamente commoveansi; e, nate
Di principe o di plebe, una cadea
In seno all’altra; poi che il duol profondo,
Simile al cimitero, ogni superba
Disuguaglianza toglie e tutti adegua
Sotto l’affanno d’una croce istessa!

     - Donna, che vuoi tu qui? Splendidamente
Scende a lambire il tuo piè di fanciulla
La nerissima chioma; e l’immodesta
Onda del seno sotto un vel di neve
Manifesta di certo un cor di fiamma,
Un cor che è nato dove nasce il sole.

     La giovinezza ti dipinge il volto
Di procace beltà. — Pure nel mezzo
Al candor de le guance, solitaria
Una rosa di porpora mi dice
Che ratto scorre de’ tuoi dì lo stame:
Pur qualche cosa di sinistro avvampa
Dentro quel bruno orbe dell’occhio.

                                                                   Donna,
Che vuoi tu qui? — Perchè quel lungo riso
Irriverente? Non sai tu, ch’è sacra
L’aura che spira da una gran sventura;
Poi ch’ivi più solenne orma rivela