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72 il volta alpinista


Quasi ad ogni opra ed al pensar inabile,
  Dell’aria in la region vai d’aria in traccia,
  Che già manca al vital moto spirabile.1

Fino dell’Arti il genio or par che taccia
  Nel tuo petto, Sossur; par che a natura
  Nulla più curi di svelar la faccia;

Pur vinci alfin l’inerzia, e ogni arte e cura
  Adopri sì che niun dei pochi istanti
  Sen fugga, che la sorte a te procura.

Or io se, ardito troppo, i nuovi vanti
  Celebrato ho di lui caro a Sofia,
  Degno argomento a più sonori canti,

Spero trovar perdon. Fors’anche fia,
  Se alcuna ottiene il buon voler mercede,
  Che compia il Cielo la preghiera mia:

Del nome di Sossure il monte erede,
  Ch’ei superò; passi all’età future,
  E faccia ognor del gran miracol fede.

Su via, stranier, filosofi, e voi pure
  De’ vicin luoghi abitator, venite
  Il nome a consacrar di Monsossure.

Questo con lieto suon meco ridite
  Nome, che dalla fama avrà perenne
  Vita ed onor tolto all’oblio di Dite.

Così di molti Eroi vien che solenne
  Memoria resti, così un nome altero
  Più d’una terra e più d’un fiume ottenne:

Ecco quel d’Americo un mondo intero.
  Quello di Kook conserva un chiaro fiume,
  E al novel astro il nome suo primiero

Resta d’Herschell, simile fatto a un nume.2


Le note apposte dallo stesso Volta spiegano alcune circostanze dell’ascensione, ma è certo che il commento migliore al carme è la Relazione, che della salita al Monte Bianco scrisse il De Saus-

  1. Tutti ebbero a soffrire lassezza estrema, sete inestinguibile, affannoso respiro, grandissima accelerazione di polso, e una malavoglia a tutto. (N. d. V.).
  2. Anche Ippolito Pindemonte cantò la celebre ascensione del De Saussure in una sua poesia poco conosciuta dagli alpinisti, nella quale narra di un sogno che lo trasporta