Pagina:Alestra - Il cielo, 1896.djvu/10

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sfere perdute e bianchi dischi nuovi,
ignoti per remota luce al Sole,
45ch’è vita nostra e giorno oltre la vita
e la Terra per cui gravando ruota
sicura nella chiara orbita sua,
dei cieli per le sedi auree vibrata.
Tale, la forza del bollente cosmo,
50il rapido progresso delle sfere,
il vivente infinito, l’equilibrio,
l’eterno moto, e l’igneo riprodursi
lento dei corpi nei silenzi grandi,
la precipua congiunge agile essenza,
55col breve fulgidissimo rotare
forte e perenne, dei sistemi d’oro;
e allor che ogni disco manda il raggio
limpido nella verde ombra alla Terra,
porta quel raggio tremulo nel vano,
60l’atomo che lassù giunge immortale
all’infinito, e il Sole ne congiunge,
coi forti raggi l’ultime sembianze.
Vanno in tal modo per ignote vie
dell’accensibil’etere leggero,
65quei germi che Lucrezio cantava,
e fiero disvelò Bruno all’Italia,
il moto delle stelle divinando
nel grafico sistema di Copernico.
Così l’invïolabile materia,
70pura ed eccelsa sorge fluida al cielo,
attratta ne li spazi rutilanti,