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EPOCA TERZA. CAP. V. 137

La Corte stava in Compierne, e ci si dovea [1767] trattenere per tutto il Settembre; onde non essendo allora in Parigi l’Anfbasciatore di Sardegna per cui aveva delle lettere, io non vi conosceva anima al mondo, altri che alcuni forestieri già da me incontrati e trattati in diverse città dTtalia. E questi neppure cono•ceano nessuna onesta persona in Pafigi- Dunque cosi passava io il mio tempo fra i passeggi, i teatri, le ragazze di mondo, e il dolore quasi che continuo: e così durai sino al fin di Novembre, tempo in cui da Fontainebleau si restituì l’Ambasciatore a dimora in Parigi. Introdotto lo allora da esso in varie case, principalraente degli altri Ministri esteri, dall’Ambasciatore di Spagna dove c’era un Faraoncino, mi posi per la prima volta a giuocare, Ma senza notabile perdita nè vincita mai, ben presto mi tediai anche del giuoco, come d’ogni altro mio passatempo in Parigi; onde mi determinai di partirne in Cennajo per Londra; stufo di Parigi, di cui non conoscea pure altro che le strade; e sul totale già molto raffreddato nella smania di veder cose nuove; tutte sempre trovandole di gran lunga inferiori, non che agli enti immaginar) ch’io mi era andati creando nella fantasia, ma agli stessi oggetti