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66 VITA DI VITTORIO ALFIERI.


[1762] mi toccò di andare per la prima volta al Teatro di Carignano, dove si davano le Opere Buffe. E questo fu un segnalato favore che mi volle fare lo Zio Architetto, che mi dovè aliergare quella notte in casa sua; stante che codesto Teatro non si poteva assolutamente combinare con le regole della nostra Accademia, per cui ogni individuo dev’essere restituito ia casa al più tardi a mezz’ora di notte; e nessun altro Teatro ci era permesso fuorché quello del Re, dove andavamo in corpo una volta per settimana nel solo Carnevale. Quell’Opera Buffa ch’io ebbi dunque insorte di sentire,raediante il sutterfugio del pietoso Zio, che fece dire ai Superiori che mi porterebbe per un giorno e una notte in una sua villa, era intitolata il Mercato di Malmantile, cantata dai migliori Buffi d’Italia, il Carratoli, il Baglioni, e le di lui figlie; composta da uno dei più celebri maestri. Il brio, e la varietà di quella divina musica mi fece una profondissima impressione, lasciandomi per così dire un solco di armonia negli orecchi e nella imaginativa, ed agitandomi ogni più interna fibra, a tal segno che per più settimane io rimasi immerso in una malinconia straordinaria ma non dispiacevole; dalla quale mi ridondava una totale svogliatez-