Pagina:Algarotti - Il Newtonianismo per le dame, 1737.djvu/46

Da Wikisource.
34 Dialogo Primo.

in processo di tempo, che abbian formato una specie di crosta intorno a quasi tutta la Stella, e conseguentemente ne abbiano infievolito il lume.

All’incontro alcune Stelle, replicò la Marchesa, non potrebbono elleno crescer di rango, se l’agitazione della materia sottile fosse abbastanza forte per dissipare una parte della loro crosta? Voi avete, rispos’io, o Madama tutto lo spirito del Cartesianismo. Questa Setta si fa gloria d’indovinare, e voi avete indovinato bene. Ma qual desolazione per la povera Stella, se la crosta viene a ricoprirla tutta; come pur troppo succede alcuna volta, e che questa crosta tanto vaglia da poter resistere alla forza della materia sottile, che tenta di romperla, e dissiparla? Addio allora il Sole: addio la Stella; ella è decaduta dal bel rango, che tenea nell’Universo. La sua luce è soffocata dalla crosta: e di risplendente e luminosa ch’ella era, ella divien bisognosa di luce e di calore. La forza del suo vortice è notabilmente indebolita, come quella ch’era accresciuta dalla materia sottile, che non â più ora comunicazione alcuna colla globulosa. L’equilibrio è rotto, e per conseguente distrutto il suo vortice. Alcuno de’ vicini seco via la rapisce, e divenuta ora Pianeta, è costretta a girare alla mercè del più potente; Metamorfosi in vero delle più illustri e memorabili, che possano avvenire, e alle quali i nostri metaforici Soli quì in Terra non sono men soggetti, che non avendo più nella loro decadenza di che nutrir quella passione, che lusinga tanto l’orgoglio del bel sesso, e che dovrebbe esser