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SOPRA L'ARCHITETTURA

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Le rovine nelle fabbriche di oggigiorno non sono altrimenti originate da uno interno vizio che risiegga ne' principj dell'arte, ma soltanto dalla imperizia degli artefici. Nè è da farsene maraviglia, da che molti sono gli operaj, giusta il detto di quel savio, e pochi gli architetti. Ma per quanto si spetta alla bellezza che apparisce al di fuori, e all'ornato, per qual ragione non si ha egli da variare scondo le differenti materie che si pongono in opera, ma si ha da ricavare da una materia sola? e per qual ragione tal materia ha ella da essere in legno? Gli uomini, è vero, incominciarono a fabbricare col legno, perchè più facile era il mettere in opera una tal materia che qualunque altra, perchè l'avevano più alle mani. Ma finalmente in qual parte di mondo trovansi le case fabbricate di mano della natura, che gli architetti debbano pigliare come archetipo, come esempio da imitare; in quella guisa che trovansi da per tutto gli uomini e le passioni, gli uni usciti di mano della natura, le altre da essa natura infuse nell'uomo, che possono a tutta sicurtà essere studiate e imitate dagli statuarj, da' pittori, da' poeti, da' musici? Dove sono, in una parola, tali case dalla natura medesima ordinate, le quali si qualunque materia sieno costruite, dimostrino sempre l'opera come se fosse di legname, e servir possano di regola infallibile e di scorta agli architetti? Egli è certo che L'architettura è di un altro ordine che non è la poesia, la pittura e la