Pagina:Alighieri, Giuliani - Opere latine vol I - 1878.djvu/106

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COMMENTI. 87


riores (alla Prima, che è Dio) recipiunt quasi a radiante, et reddunt radios superioris ad suum inferius ad modum speculorum:» Epist. Kani Grandi de la Scala, § 21.

18. Hoc equidem signum est, ipsum subjectum nobile, de quo loquimur, natura sensuale quidem esse, in quantum sonus est, rationale vero, in quantum aliquid significare videtur ad placitum. Sì confusamente legge il Torri, essendosi pur ristretto al cod. Triv., che scrive «esse» dopo «quidem,» laddove nella Volgata e giusta il Fraticelli viene appresso a «sonus est,» divisamente da «rationale vero.» Ma non valsero a distrigare l’arruffata matassa que’ benemeriti Editori, che non s’accorsero come il segno razionale a un tempo e sensuale, necessario agli uomini per comunicarsi a vicenda i loro concetti, è appunto la loquela Volgare o quel medesimo nobile subjetto, di cui l’Autore imprende or a trattare. Ed essi senza troppa considerazione lasciaronsi indurre ad inganno dal Trissino, che non si vede che cosa abbia inteso, così traducendo quel passo: E questo è segno, che il subjetto, di che parliamo, è nobile: perciò che, in quanto suono, è per natura una cosa sensuale; ed in quanto che, secondo la volontà di ciascuno, significa qualche cosa, egli è razionale. Qui non v’ha che errore e mal accozzamento di frasi; ma seppe rimediarvi coll’acuto ingegno e con senno critico il Boehmer, correggendo quel testo nella forma che io non dubitai di mantenere precisa, giacchè s’accorda del tutto alla ragione di Dante e riceve conferma dal codice Vaticano. Nè certo potrei dissentire dalla seguente interpretazione che ne diede il valoroso prof. Francesco D’Ovidio: E questo segno è appunto il nobile soggetto (la loquela umana) che ci occupa, il quale è per natura sensuale in quanto è suono, razionale poi in quanto sembra che significhi qualche cosa, secondo che n’abbella, conforme cioè al piacere di chi l’adopera, essendo effetto razionabile: Par. xxvi, 127-132.

Ueber Dante’s Schrift De Vulgari Eloquentia, nebst einer Untersuchung des Baues der Dante’schen Canzonen, von Eduard Boehmer. Halle, 1868.

Degli studj di Boehmer sul libro De Vulgari Eloquio.