Pagina:Alighieri, Giuliani - Opere latine vol I - 1878.djvu/115

Da Wikisource.
96 DE VULGARI ELOQUENTIA.


scaglie, ove si esercita confinata la loro vita selvaggia? Certo gli è proprio dell’uomo il far misura di sè e delle cose sue rispetto a’ suoi simili ed a quanto vi s’appartiene.

8. Quicumque tam obscenæ rationis est. Benchè presso i Latini «obscenus» abbia puranche valore d’irragionevole o torto (Vulg. El., i, 12), come pure dovrebbe ricevere al luogo presente, tuttavolta m’indurrei a tenere per genuina lezione «obcœcatæ,» poichè or qui si tratta d’ignoranza, onde può essere offesa ed acciecata ne’ suoi giudizj l’umana ragione, quando s’appoggia solamente al senso: lin. 16.

9. Locum suæ nationis, il loco natìo (Inf., xiv, 1), dovendo qui «natìo» dinotare la medesima cosa che nascimento, laddove seguentemente significa un consorzio di popoli legati per comunanza di regione, di stirpe, di costumi e di lingua.

12. Proprium Vulgare.... idest matemam locutionem, vale a dire il parlare materno (Purg., xxvi, 108), quello Che pria li padri e le madri trastulla: Par., xv, 122.

13. Nos.... cui mundus est patria. Nell’Epistola all’amico Fiorentino l’Allighieri, non che si mostrasse disposto a ritornarsene in patria a vili condizioni, non si tenne dal protestare con sicura dignità di sentimento: «Absit a Viro prædicante justitiam ut perpessus injurias, injuriam inferentibus pecuniam suam solvat.... Quod si per nullam talem (viam, quæ famæ Dantis atque honori non deroget) Florentia non introitur, numquam Florentiam introibo. Quidni? nonne Solis atque astrorum specula ubique conspiciam? Nonne dulcissimas veritates potero speculari ubique sub cœlo?» § 4. Al savio tutto il mondo è patria. Laonde si legge di Catone, che non a sè, ma alla patria e a tutto il mondo nato essere credeva: Conv., iv, 27.

14. Quamquam Sarnum biberimus ante dentes; e poco dopo l’Autore, accennando alla sua Fiorenza, soggiunse: «unde sum oriundus et civis:» lin. 27. Nella Commedia poi ne ridice: I’ fui nato e cresciuto Sovra il bel fiume d’Arno alla gran Villa: Inf., xxiii, 94. «Sarnus» per Arno, come già ne rammentarono il Witte e il Torri, s’incontra puranco nelle Epistole e nell’Egloghe dantesche. Ed il Corbinelli, pur