Pagina:Alighieri, Giuliani - Opere latine vol I - 1878.djvu/144

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COMMENTI. 125


riter protulerunt, Sicilianum vocetur: quod qiiidem retinemus et nos, nec posteri nostri permutare valebunt:» lin. 24. Ma per altro il Volgare siciliano scrivevasi allora, poco più poco meno, come si parla tuttavia oggi giorno. E chi ne voglia le testimonianze sicure non ha che a raffrontare quell’idioma con l’antico Volgare Siciliano delle Costituzioni Benedettine, pubblicate nel 1872 dall’insigne filosofo e verace letterato Vincenzo Di Giovanni. Il medesimo può affermarsi di tutti gli altri Volgari, che si odono per le italiche Terre, e richiamarono primamente lo studio e l’attento esame del sovrano Poeta. Nè se ne deve poi escludere il Toscano, dacchè anzi persiste ad essere tanto conforme a quello de’ loro antichi Scrittori , che di forza dobbiam confessarne il perfetto accordo. Che se i Poeti, dall’una o dall’altra parte d’Italia convenuti alla Corte di Federico, s’accostarono viepiù ai suoni ed alla forma del Volgare toscano, gli è perchè non mancavano neppur quivi de’ Poeti toscani, la cui dolcezza negli accenti, non meno che nella facile terminazione de’ vocaboli, e la continua vivacità delle frasi rifiorenti nel discorso, dovettero lusingare e attrarre quegli orecchi, meglio formati a gustare le più soavi armonie. Fu pertanto la singolarissima e nativa bontà del proprio Volgare il mezzo, se non la cagione e l’occasione, onde i Toscani ottennero e mantengono la prevalenza rispetto agli altri Volgari italici, e quindi anco rispetto al Volgare stesso d’Italia. E questo buon Volgare, che da prima non era stato mai scritto, non si tolse già dall’universale Favella, di cui il Perticari indarno s’ingegnò di rafferrmare l’antica consistenza, ma sì principalmente da un solo Dialetto, qual’è il Toscano, dominante sopra gli altri consomiglianti e sempre bastevole a vendicare le antiche sue ragioni. E per fermo, ove lo si ricerchi e disamini ben bene, e in confronto de’ congeneri Dialetti, il fatto stesso risulterà ad evidenza in favore di questo popolo. Del rimanente, la tenacità e costanza dei Dialetti è troppo maggiore che non si stima da chiunque ne consideri soltanto la parte rimasta nelle scritture, dimenticando di studiarli quali si conservano presso le plebi per viva tradizione. Qualora ciò manchi, resta poco saldo qualsiasi fondamento, che si ritragga