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166 DE VULGARI ELOQUENTIA.


mal vi s’adatta per la sua più consueta significazione di officina, in cui lavorano gli artefici, Cfr. Glossarium, etc.

11. Recolimus nos eos, qui Vulgariter versificantur, plerumque vocasse Poetas, etc. Ed eziandio nella Vita Nuova l’Allighieri aveva dichiarato, che dire per rima in Volgare tant’è, quanto dire per versi in Latino, secondo alcuna proporzione: § xxv. Or qui di nuovo riconosce, che i Poeti in Volgare siano e debban chiamarsi Poeti, se rettamente si consideri, non altro essere la Poesia fuorchè una finzione rettorica, posta in musica, formata, cioè, giusta le norme della Rettorica, e descritta con parole armonizzate: Vulg. El., ii, 8. Ma egli poi s’ingegna di far palese che que’ Rimatori, più a caso, che non ad arte, devono ben distinguersi dai grandi Poeti o Poeti regolari (lin. 16), e che viepiù avvicinandosi alla costoro Arte, indi più si renderan degni di quel sì nobile nome. Di che s’argomenti con quanta premeditazione e costanza il nostro savio Maestro abbia dovuto affaticarsi nel dedurre dai più segnalati artefici del poetare, e da Virgilio massimamente, la verace Arte e il bello Stile, onde assai prima ch’ei ponesse mano al si arduo Poema era salito in tanto onore.

14. Si Poesim recte consideremus.... nihil aliud est, quam fictio Rethorica, in Musica posita. Tale è la corretta lezione del Cod. Vaticano; ma la Volgata: «fictio Rethorica, in Musicaque posita,» ne obbligava di riferire «posita» a «fictio» semplicemente, quando la verità del concetto richiede che prima si determini la qualità della finzione stessa. Infatti la Poesia nelle sue finzioni segue le norme della Rettorica, della nobile Scienza, intendi, insegnatrice del trovare, non che dell’ordinare e dire parole buone e belle e piane (Brunetto Latini, Tesoro, i, 4); ma poi si travaglia di rappresentare tali finzioni con parole per legame musaico armonizzate: Conv., i, 7.

19. Unde nos doctrinæ aliquid nostræ operæ impendentes, doctrinas eorum poeticas æmulari oportet. Questa sentenza venne sformata dal Volgarizzatore nell’esprimerla per siffatta guisa: E però noi che volemo porre nelle opere