Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/70

Da Wikisource.

Dio indiſdegno et pocho par chel pregi70
     ma como io dill, allui lifuoi diſpetti
     ſonal ſuo petto aſſai debiti fregi
Or miuien dietro et guarda che non metti
     anchor lipiedi nellarena arſiccia
     ma ſempre albo co tien lipiedi ſtretti75
Tacendo divenimmo laoue ſpiccia
     fuor dellarena un picciol fuimicello
     locui roſſore anchor miracchapriccia
Quale delbulicame eſce ruſcello
     che parton poi tralor lepeccatrici80
     tal perlarena giu fengiua quello
Lofondo ſuo et anchor lependici
     facti eran pietra et imargini dalato
     perchio maccorſi chel paſſo eralici
Tratutto laltro chito dimoſtrato 85
     poſcia che noi entramo perlaporta
     locui ſoglare aneſuno e negato
Coſa non fu dalituo occhi ſcorta
     notabile comel preſente rio
     che ſopra ſe tutte fiammelle amorta90
Queſte parole fuor delduea mio
     perchiol pregai che mi largiſſel paſto
     dicui largito mauca ildiſio
Inmezzo mar ſiede um paeſe guaſto
     diſſelli allora che ſapella creta95
     ſottol cui rege fu gia ilmondo caſto
Vna montagna ue che gia fulieta
     dacqua et difronde che ſichiamo yda
     ora e diſerta come coſa uieta