Pagina:Alle porte d'Italia.djvu/23

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pinerolo sotto luigi xiv 9

dati che se ne vanno. Che delitto avran commesso la maggior parte di quegli infelici? Un libello, una canzonetta impertinente, uno scherzo mordace, che fece ridere furtivamente dieci cortigiani e dieci dame. La collera d’una amante del Re o di un ministro bastò a farli sprofondare in quel sepolcro, dove alcuni muoiono in capo a pochi anni; e quando la notizia della loro morte giunge a Parigi, accade non di rado che chi li ha fatti seppellire non si ricordi più nè del loro nome nè della loro colpa. Ah! la giustizia non ha la mano leggera di qua dal confine, te lo assicuro io. A quando a quando, sulla cima del colle di San Maurizio, si sentono gli urli dei prigionieri indocili, ai quali “dànno la disciplina.„ Giorni fa, dalle carceri basse, si son viste uscire barcollando, soffocate dai singhiozzi, istupidite dal terrore e dalla vergogna, tre meretrici della città, ancora giovani, alle quali, non so per che colpa, avevan raso i capelli e lacerato la schiena a sferzate. Io ricorderò per tutta la vita, rabbrividendo, quegli orribili crani nudi e quei miseri cenci bagnati di pianto e di sangue.



Riguardo al Fouquet, me ne duole, non mi trovo in grado di soddisfare la tua giusta curiosità: so questo soltanto, che in dieci anni da che è qui, tutto occupato a far la digestione, un po’ laboriosa, dei trentasei milioni del castello di Vaux, non gli è ancora stato concesso di riveder la moglie e i figliuoli. Si sa per altro