Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/73

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capitolo v. 45

andarono tutti dall’imperatore, il quale ordinò di mandare al re Astiladoro due ambasciatori, che furono Costantino ed Archilao.

Avuto il salvacondotto, gli ambasciatori andarono nel campo nemico, e giunti dinanzi al re Astiladoro, fecero la loro ambasciata mostrando più arroganza che paura. Dichiararono al re la causa della loro venuta, facendo questa proposta:

«L’imperatore di Costantinopoli vi manda a ricordare la promessa battaglia, per la quale sono in ordine i combattitori che hanno da combattere; però manda per sapere quale sia il luogo e il quando della battaglia; imperocchè a noi pare mille anni dal combattere». Fu fermato dopo un tale discorso, che si avesse a combattere da qui a tre dì, e che si facesse una bastia in campo, la quale fosse quadra per un verso cinquanta passi, e cento per l’altro verso, e che avesse due entrate, una verso la città, e l’altra verso il campo1. E fermarono gli ambasciatori, che il re Astiladoro co’ cinquanta combattitori, e l’imperatore co’ suoi cinquanta fosse a lato alla porta in luogo sicuro. Così furono i patti, ed erano gli ambasciatori nell’atto di montare a cavallo e tornarsene alla città, quando sentirono un Saraceno gridare a loro con voce di scherno. «Cristiani matti, diceva egli, ora non sapete voi che in quella battaglia saranno tredici figliuoli del re Astiladoro?» A cui Costantino rispose ridendo: «Tu hai poco senno; il tuo parlare assai lo manifesta. Perciocchè dèi saper che tra noi cinquanta ed un cavaliere nostro capitano, vi ha un patto, che nessuno di noi uccida alcuno dei figliuoli del vostro re, perchè ha giurato di ucciderli tutti egli stesso colle sue proprie mani». Queste parole fecero molto impaurire la parte de’ Turchi.

Costantino partissi con Archilao, e tornò nella città apportando

  1. Bastie nome derivato dal francese Batir e più anticamente Bastir (fabbricare). Secondo il Du-Cange e Menaggio sono propriamente steccati, e per steccati qui si deggiono intendere, come anche fu inteso dal vocabolario della Crusca. Giulio Ferrario all’incontro nella sua Dissertazione sulle armadure dei Paladini dice che le bastie non furono altro che una sorta di castello, rocca o fortezza, formata sul piano con travi e tavole ben congegnate, per lo più intorno ad una torre che si cingeva di fossa, co’ suoi bastioni di terra e baloardi. Il Porcellio vuole, che i Lombardi chiamassero bastie i castelli fabbricati di bitume e di assi. Alle bastie dovevano avvicinarsi i Battifolli, od essere di poco differenti, come consta da Giovanni Villani, scrivendo egli, che fu fabbricata dai Lombardi Alessandria quasi per una Bastita e Baltifolle incontro alla città di Pavia.