Pagina:Anime oneste.djvu/12

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x prefazione

E ritratte quali sono, semplici, e non punto meravigliate di esser tali o col desio segreto di non essere. Fanno quello che tutte del loro grado e di uguale bontà d’anima soglion fare. Non hanno della vita nè grandi entusiasmi nè grandi disperazioni. Non trovano nè cercano fosse in cui cadere. Esercitano virtù utili. Non son dilacerate nè da odii nè da invidie. La novella non le mena durante tutta la lor vita; ma per quello spazio della lor giovinezza, in cui la lor sorte non è ancora decisa. Bensì di due sole si conclude nella novella stessa; di due altre è mostrata in lontano: sicchè dopo lette, la mente le segue tuttora. E la lingua in cui n’è discorso, è piana e quasi sempre pura di forestierismi, e lo stile fluvio e senza attorcigliature di sorte o oscurità proveniente sia da cattivi criterii, sia da negligenze, che voglion parere arti fini. È scritta come la gente per bene parla; ma scritta modernamente, come moderna è la gente che oggi udiamo parlare. Nè il racconto è come di persone fuori del mondo. Si vede dove stanno, dove vivono, delle occupazioni che hanno, delle ricreazioni che si