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298 le anime oneste


I salici, sulla riva del torrente arginato, eran cresciuti meravigliosamente in un anno. S’inchinavano mollemente e ad ogni inchino era una gettata di perle che sembravano cadere e liquefarsi nelle acque splendide del ruscello. Più in giù gli oleandri s’ergevano in grandi macchie, formando isole deliziose, ove il ruscello privo laggiù di argini, s’allargava, scorrendo a lato di un campo pieno di lino. Fra gli oleandri Sebastiano cacciava ogni sera le pernici e gli uccelli che formavano la parte immancabile dei suoi pranzi. Al di là del ruscello si stendeva un boschetto di mandorli.

E da per tutto siepi grigie di giovani fichi d’india, e filari d’uva spina e boschetti di canne, luccicanti al sole.

— È la benedizione di Dio ch’è piovuta su questa terra, — disse Angela, piena di ammirazione.

Infatti ogni cosa fecondava lassù, dagli elci al lino, al fico d’india, alla vite!

Solo gli aranci e le palme non avevano resistito, perchè l’aria alle volte era troppo frizzante e in inverno cadevano nevi abbondanti.