Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/148

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nei capelli desolati, nelle vesti stesse, scure e quasi povere, respirava la pena della famiglia Giannini: ma sopratutto perchè nel suo slancio sentiva, più che la pietà per la figlia, l’amore per il padre.

Questa rivelazione le impedì, per il resto della giornata, di avvicinarsi a lui, di sostenerne lo sguardo. Ne sentiva però la voce, che si sollevava sopra le altre come quella del baritono nelle rappresentazioni liriche, e cercava di sfuggire anche a quel suono.

Condusse Lia nei campi, parlandole di tutto fuorchè della madre: tentava così di isolarla dalla sua tristezza; ma non ottenne che un’amara confidenza.

— Io voglio farmi monaca.

Allora rise forte.

— Anche il mio Baldo vuol farsi frate.

Andrete tutti e due nello stesso convento.

Lia domandò sottovoce:

— Baldo è quello dell’uovo?

— Proprio quello. Sicuro. È una buona idea. Ma lui lo fa perchè è convinto e vuol diventare santo. Il nuovo parroco lo ha convertito. E tu perchè lo fai?

— Così, — disse Lia, con una smorfia di disgusto.

— Ti farò parlare con Baldo: è il più