Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/167

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formò una specie di pozzanghera. Subito gli fu domandato:

— Che nuove nel mondo?

— Brutte nuove. I fiumi rompono gli argini; la povera gente deve lasciare le case e muore di fame; i paesi crollano.

— Oh, non cominciamo con le esagerazioni, — gridò Bardo; — altrimenti ti scaccio dall’arca di Noè.

Pinon piegò la testa di Cristo annegato, come se Bardo lo minacciasse sul serio: parve pensare a qualche cosa che aveva dimenticato; infine sollevò di nuovo il viso e guardando fisso Annalena che cuciva seduta nella luce dell’uscio della cucina, disse calmo, gustandosi però la sorpresa che la sua notizia portava agli altri:

— Non lo sapete? La vostra padrona, Maria Giannini, l’hanno portata all’ospedale dei pazzi.

Annalena sollevò gli occhi, ed anche lei, come Gina la sera di Natale, ebbe l’impressione che Pinon sapesse: poi vide sulla bocca di Bardo quel cattivo sorriso di serpente che spesso la deformava, e disse forte:

— C’è poco da compiacersi: c’è invece da piangere.

I suoi occhi infatti si riempirono di la-