Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/169

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Bardo intonò la Marcia Reale.

— Zumimi, zurunzù, zurunzù....

Eppure, al contrario dei tempi buoni, le parole inspirate di Baldo destarono un fremito nei presenti. Annalena si fece il segno della croce, scacciando e respingendo anche lei il flutto indemoniato che le sommergeva il cuore; e lo zio Dionisio, sollevandosi la barba come per offrirla a qualche deità ignota, pronunziò la sua sentenza:

— Gli antichi credevano che i grandi fiumi fossero davvero spiriti che potevano fare il bene od il male. Bisogna credere a questo cose: e noi dobbiamo ringrazare il Signore che ci ha mandato un uomo capace di combattere contro l’inferno.

Invano Bardo continuava in sordina a battere il tempo della Marcia Reale; andò anche lui, dietro i bambini e la Gina, a vedere l’arcobaleno che apriva la porta dei cieli, e, per la gioia, gli parve che in cima, sul vertice di madreperla verde, fra papaveri narcisi e viole, vi sedesse, come la Madonna, la sua bellissima Piera.