Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/181

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L’uomo comprò la saggina, per il prezzo doppio di quello che valeva, e promise di comprare anche l’uva. Si sentiva come irretito in quella famiglia ed in quella terra, che dopo tutto era la sua, e voleva pagare con generosità le ore di oblio che il vino, l’allegria e la giovinezza dei Bilsini gli procuravano.

In quelle ore egli amava indistintamente tutti, in quella casa, anche il cane, il gatto, il merlo, anche i piccioni che volteggiavano bianchi e neri sopra la torre e gli pareva portassero il ramo d’olivo al suo cuore scampato dal diluvio del suo disastro famigliare.

Quasi tutte le sere egli veniva, col suo passo fiacco e quasi strisciante, e tutta la persona pencolante da un lato come un pino inclinato dal vento continuo; arrivato alla svolta della strada lungo la siepe dei suoi campi si sollevava dritto, e camminava agile, già vivificato dall’aria stessa che avvolgeva la famiglia ospitale.

I bambini ed il cane lo aspettavano davanti al portone: il posto a tavola era sem-