Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/220

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— Proprio adesso? Non si può farlo domani? Io sono stanca.

— Siete stanca, lo so; ma la strada ancora non è finita, anzi s’è fatta più lunga perchè l’abbiamo smarrita. Vediamo adesso di ritrovarla, e poi ci riposeremo.

— Baldino, le tue parabole non mi vanno, specialmente a quest’ora. È come che tu parli latino, tesoro mio. Spiegati e spicciati meglio.

Seduto rigido per terra, con le gambe piegate e le mani giunte come un idolo dagli occhi luccicanti ed il viso inspirato, egli allora disse:

— Dunque, noi siamo qui da un anno e la nostra fortuna è già cominciata. Il sonno perduto, il sudore sparso, la buona volontà, tutto si è convertito in ottimo seme.

Fra pochi anni saremo ricchi, grazie a voi che ci sapete guidare e comandare. Saremo ricchi e dannati all’inferno. Sì, sì, adesso parlo e lascio le parabole. Pietro vuol piantare Isabella e sedurre, per poterla poi sposare e sfruttare, la piccola Lia Giannini. Questo è uno.

— Pietro fa per scherzo. Ha sempre la testa piena di fantasie.

— No, mamma, — egli disse con voce ferma; — voi sapete bene che egli non