Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/244

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lento, è riottoso, e pare diverso dalla nostra razza, quasi abbia nelle vene sangue di zingari; ma non è cattivo. Può chiacchierare, ma non osare. Non è lui che ha fatto sparire la Lia.

Il suo accento quasi ispirato sollevò momentaneamente la madre: poichè anche lei sperava nell’innocenza di Pietro. Le parole del vecchio «può chiacchierare, ma non osare», le rimbalzarono però nella mente come respinte da un ricordo fisso e sinistro: il ricordo di Gina sconvolta, quel giorno d’inverno, dopo l’assalto bestiale di lui. Oh, s’egli osava!

— Anch’io spero sia così, — disse, con una voce pallida e triste che contrastava con quella di poco prima; — però le circostanze lo accusano; ed io sono qui non per cercare di nuocergli, ma di giovargli. Consigliatemi voi.

Egli si stringeva la barba: piegò di nuovo la testa, corrucciato, poi domandò!

— Tu sei certa che la ragazza non avesse qualche spasimante?

— No, no. Voi l’avete veduta: è quasi ancora una bambina, brutta, religiosa fino alla mania. È poi affezionata al padre come nessun’altra. Volete che lo lasciasse così, in questo modo, giusto adesso che la disgra-