Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/266

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re così presto dalla camera del vecchio, e con la sua fretta silenziosa accennare ad andarsene senza neppure salutarli: ma quando fu nell’aia egli si fermò di botto, nello scorgere un uomo che entrava in quel momento.

Ed il miracolo, al quale Annalena si rifiutava di credere, avvenne.

L’uomo era Urbano Giannini.

Grigio, vuotato e barcollante, simile a un moribondo che s’è alzato dal suo letto ed erra fra le ombre del mistero, quando il prete, che gli mosse incontro quasi per sostenerlo, gli mormorò sul viso: — voi? io venivo appunto a cercarvi; — si drizzò sulla persona ed aprì le braccia: e apparve come uno che dopo una corsa ardente affannosa, sbocca in riva al mare e ne respira il grande respiro.

— Vostra figlia è sana e salva.

Queste parole arrivarono fino ai Bilsini, e tutti, dimenticandosi che c’era in casa la morte, esultarono di gioia. Si vide il Giannini ritornare quello che era una volta, grande e forte, e, quasi le parti fossero invertite, fare lui un segno di benedizione verso il prete.

Annalena li invitò ad entrare nella saletta; e poichè voleva lasciarli soli, il Gian-