Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/70

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condirle. A completare il quadro non mancava il cane, che sonnecchiava sotto la tavola col gatto distesogli sopra con ammirabile amicizia.

Fin verso Natale il tempo continuò così.

Per fortuna il dottore dichiarò che il dolore al fianco di Osca era una semplice forma reumatica; la madre quindi respirò e ringraziò Dio. Finchè c’era la salute dei figli, tutto il resto si poteva vincere. Era la prima volta, però, ch’ella si rassegnava all’inclemenza delle stagioni; e Dio la premiò.

Venne una mattina il primo velo di nuvole; la scomparsa del sole, sebbene il freddo divenisse così intenso che quasi non lo si sentiva più, fu salutata come quella di un flagello.

Le nuvole si fecero basse, nere, e diedero alla terra un aspetto sinistro; ma con l’alzarsi del sole si alzavano anch’esse e s’imbiancavano; e gli occhi di tutti, anche quelli dei bambini dritti sullo scalino della finestra, si sollevavano lucidi di speranza.

— Verrà la neve. Finalmente verrà.

Verrà la neve, ed il suo coltrone bianco