Pagina:Annali overo Croniche di Trento.djvu/52

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Libro Secondo. 25

fesi principalmente da vastissimi precipitij, da altissimi Monti, da scoscesi diruppi, che gli rendevauo liberi da qual si voglia offesa gli potesse esser fatta. In alcune parti era l’ascesa tanto stretta, difficultosa, malaggevole, e ruvinosa insieme, che manco gli Giumenti prima però avezzi, sorpresi dalla vertigine, potevano, senza gran pericolo di precipitare al basso ultimare la salita. Eglino donque per guardarsi dalle altrui insidie, si retiravano nelle cime, e quivi, quasi che da fortezza piena di scogli, gettavano all’ingiù nel piano il lubricoso giaccio, e riempiendone le profonde Valli, impedivano in tal guisa la strada, con renderla a chi s’havesse voluto avanzare, non manco pericolosa, che spaventevole. Si che era cosa quasi impossibile liberar tali cime de Monti da ladroni, ivi anidatissi. Non mancò Cesare Augusto d’aprire, & rendere facili simili strade, facendo quanto gli era possibile. Tanto basti circa l’origine de Trentini, da alcuni chiamati Tridensi, o come vogliono altri Lepontij.

Fù dunque Trento fabricato da Brenone Prencipe, & Re della Francia frà le Alpi. Doppo molti anni, come vogliono le historie fù cinto di Muraglie da Theodorico Re de Gotti, & a quel tempo Signore dell’Italia, il che, acciò si renda più chiaro, fà mestieri narrare brevemente l’historia del fatto.

Sotto il governo della Chiesa Romana di Simplicio Tiburtino, invase l’Italia con poderoso Esercito, il Re de Turcilinghi, & Eruli, per nome Odoacro, superò in battaglia costui vicino a Pavia Horeste patricio, facendolo prigione prima, e poscia morire, à vista di tutti, in Piacenza. Comiserò Zenone Imperatore tante calamità dell’Italia, spedì perciò con grosse squadre Theodorico Re de Gotti contra Odoacro, fù per il passato Theodorico, intimo, honorato, & in gran consideratione nella Corte dell’Imperatore. Si teneva certo dovesse liberare la povera Italia da tante incursioni, & travagli.

Vene Theodorico alla volta dell’Esercito di Turcilinghi, e seco azzuffandosi non molto lontano d’Aquileia, lo scompigliò, e messe in fuga tutti l’inimici Capitani, e superando in molte battaglie l’istesso Odoacro, lo ristrinse in Ravena, tenendolo ivi assediato per spatio di tre anni, ultimamente aggiustati insieme, ricevè quegli, per compagno dell’Impero il vincitore. Non poco poi convitò Theodorico à cenar seco Odoacro, col figliuolo, e servendosi dell’occasione, spensierati, & sprovisti ambidui, l’un, & l’altro fece passar di vita, restando egli in tal guisa Imperator di tutta l’Italia, non poco poi mosse guerra (sotto il governo della Romana Chiesa