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capitolo xvii. 57

la terra. Ermes dice: Non punire altrui, se tu non dài termine alla sua difesa; nè non tardare troppo, acciocchè cagione non venisse che la giustizia perisse. San Paolo dice: Colui che sè, nè la sua famiglia non sa reggere, non potrà mai bene reggere altrui. E se uno cieco menerà l’altro, tutti e due caderanno nella fossa. Seneca dice: Chi a sè non può comandare, come comanderà ad altrui? Tullio dice: La giustizia si è madre di tutte l’altre virtù. Aristotile dice: La troppa famigliarità fa dispiacere ad altrui. Il Decreto dice: Cinque cose corrompono la giustizia; amore, odio, prego, timore e prezzo. Socrate dice: I rettori delle terre si deono guardare d’avere compagnia di rie persone, perchè il male ch’egli fanno è appropriato a loro. Fra Gilio dice: La giustizia perisce ne’ tiranni e regna ne’ re per cinque ragioni, e però durano gli re, e non gli tiranni: la prima si è perchè gli tiranni amano il loro proprio bene, e il re ama il comunale: la seconda si è, perchè il tiranno ama il suo diletto, e il re ama il suo onore: la terza si è, che il tiranno ama gli strani, e il re gli cittadini: la quarta si è, perchè lo tiranno discaccia gli savi e gli buoni, e gli rei mantiene; e il re discaccia gli rei, e mantiene i buoni: la quinta si è, perchè gli tiranni amano povertà e discordia, e lo re ama il contradio. Cato dice: Non dare consiglio a uomo ch’abbia podestà sopra te; che se addiviene che gliene venga male, lo farà tornare sopra il tuo capo. Aristotile dice: Non stare nella terra dove ha molta signoria, e colà dove abbiano