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capitolo xix. 63

CAPITOLO XIX.

Della lealtà appropriata alla grua.

Lealtà, secondo Terenzio, si è pura e perfetta fede e non mostrare una cosa per un’altra. E puossi appropriare la lealtà alle grue, che hanno uno loro re, e tutte lo servono più lealmente che niuno altro animale serva al suo signore; e la notte quando dormono, mettono il re in mezzo, e stannogli tutte intorno, e sempre mettono due o tre guardie, perch’elle non si addormentino; e tengono l’uno piè in terra e l’altro levato, e nel piè levato tengono una pietra, chè se il sonno gli abbattesse, la pietra gli caderebbe dal piede: e questo si è tutto per la grande lealtà che si portano insieme, e per non fallare al re, nè a loro compagnia, che stanno alla loro sicurtade. Seneca dice: Chi perde la fede, appena può altro perdere. Salomone dice: Molte persone sono chiamate pietose, ma poche se ne trovano leali. Aristotile dice: Non rompere la fede a niuno; chè non si conviene se non a meretrici o a fanciulli. Socrate dice: Sii leale a chi è leale a te; e sarai sicuro di non fare mala fine. Giovenale dice: Tutte le cose del mondo altri le biasima, altri le loda, se non due lealtà e verità; queste sempre si lodano. Longino dice: Per tre cose può l’uomo venire in grande stato, usando lealtà, dicendo verità, e non pensando cose vili. Della lealtà si legge nelle Storie Romane, che es-