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dore, p. e. da quella pelle e’ ne vien un odore di caprino. || Incorrere, cadere: venire in... || Staccarsi: venire, venirsene. || Divenire, diventare: venire. || Pervenire, appartenere: venire. || Provenire, toccare: venire. || Mostrarsi, comparire: venire. || Esser prossimo: venire. Detto di tempo, seguire: venire. || Detto di muro, case ecc., esser dirizzato, o dirizzato verso un luogo: venire. || Esser portato, detto di cosa che non vien da sè: venire. || Si dice di ciò che risulta da conti fatti: venire. || Parlandosi di piante o simili, crescere: venire. || Detto di biade, nascere, esser prodotte, raccorsene: venire. || Sottentrare, seguire: venire. || Parlandosi di alcun malore, il sopraggiungere che fanno quelle cotali malattie: venire. || Costare, importare, valere, p. e. quantu veni chistu: quanto costa, come lo fate. || mi veni parenti, mi veni ad essiri parenti, mi è parente: mi viene o mi vien ad essere parente. Fr. Guido ha: il quale viene a me bisavolo. || Cogl’infiniti dei verbi e colla particella a, non muta il significato dei detti verbi, p. e. veniri a fari una cosa, farla: venire a fare una cosa. || veniri a diri, significare: venir a dire. || Co’ gerundi de’ verbi vale l’istesso: venir facendo, e simili. || Co’ P. pass. de’ verbi come: venir fatto, venir detto. Vale anche il più delle volte riuscire. Onde veniri fattu o fatta: venir fatto, venir in taglio, cader in acconcio. || veniri a battagghia, combattere: venire a battaglia. || – a capu, venir alla fine, alla conclusione: venir a capo. || – a li fatti, venire a fatti, venir alle strette: venir a’ fatti. || – a l’oricchia, aver notizia di qualche cosa: venir agli orecchi o ad orecchie. || – a versu, piacere, dar piacere o soddisfazione: tornar bene, tornarti, andare, venir a grado; p. e. nun mi veni a versu: non mi va. || – a menti, ricorrere nel pensiero: venir ad animo, alla mente. || – a fini, rifinirsi, consumarsi: venir a fine. || – a li curti, o all’ergu, venire alla conclusione: venir alle corte, alle brevi. || – ’ntra li manu, venire in potere: venir alle mani. || – ’m paru, capitare, occorrere: dar nelle mani, venir alle mani. || – a li manu, azzuffarsi: venir alle mani. || – ’n portu, fig. uscir di pericolo: venir a buon porto. || – a li lordi, far baruffa, venir alle mani: venir a’ fatti. || – grassu, picciottu: diventò, si fece, divenne grasso ecc. || – bonu, detto di vestito, star bene alla persona: tornar bene, andar bene, p. e. stu cileccu mi veni bonu: questo panciotto mi torna bene. sta manica mi veni larga: mi è larga. Si dice anco di altre cose, p. e. la palidda cci vinni curta, non arrivò: ci tornò corta. || nun mi veni nenti a fari sta cosa, non mi costa fatica: non mi è nulla ecc. || vinirisinni, detto di cose guaste, ritornare al loro essere, racconciarsi, rimettersi. || Vale anche: sconficcarsi, divellersi. E detto di panni o simile: strapparsi, stracciarsi. || vinirisinni cu ’na cosa, entrar a parlare di essa: venirsene con una cosa. || una mi va e ’n’autra mi veni, voler e non volere, esser dubbio: esser in fra due. || cu veni veni, per esprimere la indifferenza per le persone. || comu veni veni, si dice di cosa dove non importa mettere o dove non è stata messa diligenza: come vien viene. || a veniri a mia, modo avv. verso di me, in verso di me. || d’unni vegnu, vegnu di lu mulinu, modo prov. qual dicesi per significar le molte busse date ad alcuno: di dove vieni, vengo dal mulino. || fari a don Japicu ora vegnu, scostarsi da un luogo per poco d’ora, e tardar molto o non tornarvi più. || Prov. ben vegna cu’ beni porta, chi ha è rispettato dove va: ben venga chi ben porta. P. pass. vinutu: venuto. V. vinutu.

Venna. s. f. Misura di ulive, corrispondente a tre salme alla sottile, cioè di 16 tumoli, dell’antica misura. In Alcamo.

Vènnari, Vennerdì, Vènniri. s. m. Sesto giorno della settimana: venerdì. || natu di venniri, scaltrito, furbo, valente. || Prov. cu’ ridi lu venniri, chianci la duminica: chi dorme grassa mattinata, va mendicando la giornata. Ovvero chi fa il male poi ne paga il fio.

Ventagghiu, Ventagliu. s. m. Arnese con cui si fan vento le donne nella state: ventaglio. || – tunnu: ventarola, rosta.

Ventilari. V. sbintuliari. || fig. Palesare ciò che è occulto, far sapere: far trapelare.

Ventilaturi. s. m. Apertura ne’ muri che serve a rinnovar l’aria nelle stanze: ventilatore.

Ventilazzioni. s. f. Il ventilare: ventilazione. || Rinnovamento dell’ aria viziata o nocevole: ventilazione.

Ventri. s. m. (E qualche volta fem.) Cavità del corpo animale dove sono gli intestini: ventre. || Pancia o luogo dove sta il ventre: ventre. || Utero: ventre. || ventri comu ’na lanterna, vuoto. || è bona lavata sta ventri? detto per esprimere il dispiacere che si prova quando altri garrisca ciò che si è con impegno fatto per lui. || aviri lu ventri juntu cu lu schinu, essere estremamente digiuno. || Prov. basta chi lu ventri sia chinu, o di pagghia o di vinu, il cibo bisogna che sia voluminoso: il mangiar non s’appicca, se non si distende la trippa.

Ventrìculu. s. m. Quel viscere membranoso in forma di sacco, tra il fegato e la milza, detto comunemente stomaco: ventrìcolo.

Ventrìlocu. s. m. Colui che parla dal ventre, in modo che la sua voce pare venga da più lontano: ventriloquo (Mort.).

Ventu. s. m. Agitazione violenta dell’aria: vento. || met. Opinione comune, andazzo comune. || Fiato che esce dalle parti deretane: vento. || Vanità: vento. || L’alzatura che una imposta di porta o finestra faccia dalla soglia per meglio girare. || venti, le funi legate alle cime degli stili piantati verticalmente, e che raccomandansi ben tirate a diversi punti, perchè quelli non tentennino: venti. E similmente quelle, che nello alzar pesi, si appiccano da un lato a fine di dirigere la salita o discesa di quel grave. || pigghiari ventu, rimanere inpedito l’esito dell’aria nel traversar un liquido, o simile: pigliar vento. || chinu di ventu, dicesi di persona superba e leggiera: pieno di vento. || fari ventu, spirare o soffiare vento, fare o tirar vento. Muovere l’aria, sventolare: far vento. E vale anche generar ventosità: far vento. || farisi ventu, ventolarsi: farsi ven-