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In fatto di alfabeto divisa ho la j dalla i, facendone sempre due lettere separate: così pure ho fatto per la u e la v. Molte parole registrate alla m e n come: ’mbuscata; ’ntuppari e simili, le ho trasportato alla vocale che dovrebbero avere avanti: imbuscata intuppari, lasciando alla m o n un solo cenno di tali vocaboli per richiamarli al vocabolo modificato: con ciò ho creduto ordinare non secondo il capriccio di alcuna pronunzia contratta, ma secondo regola; riguardato come anco in italiano hanvi in rare pronunzie, e pur in certi scritti, elisioni siffatte, ma di cui non si tiene conto in un ordinamento alfabetico, p. e. il puossi scrivere ’l; imperio, imperadore, incontra, infinta e ingannare il Villani scrisse: ’mperio, ’mperadore, ’ncontra, ’nfinta, ’ngannare, eppure nè l’uno nè gli altri si registran elisi nei Vocabolari, ma sempre vengon fuori interi. Per alcuni vocaboli però parmi tanto comune la elisione che li ho dovuti lasciare come stanno.

Alcuni nomi che, anco nel Mortillaro, uscivano col feminile come: scava, ho riordinato al mascolino: scavu.

Le voci italiane di corrispondenza (s’intende delle modificate o aggiunte) pella maggior parte ho tratto da’ Vocabolarî italiani più accreditati, e alcune da sui classici; pe’ vocaboli di arti e mestieri mi son valuto anche del Carena, Zanotto, Palma, e di alcuni materiali appositamente da me raccolti in Firenze. Intorno alle frasi nostre e modi di dire ho cercato tradurle con equivalenti tolte da sui classici nazionali, e poichè non tutte le voci di arte e mestiere nè tutti i modi familiari si rinvengono ne’ classici, salvo quella parte che possa essere venuta ad essi in taglio di usare, e altresì parte di essi scrittori essendo antichi difettano delle cose nuove, io mi son dovuto sovente valere dell’uso Toscano per recare in italiano alcuni modi nostri, ponendo mente a quel che dice l’illustre Manzoni nella Relazione dell’unità della lingua: che uno degli idiomi, più o meno diversi, che vivon in una nazione, venga accettato da tutte le parti di essa, per idioma o lingua comune: e questo idioma ognuno trova che sarà il Toscano, il quale come ben dice il signor Buscaino-Campo: è la base unificatrice ed il semenzaio della lingua d’Italia. Piacemi qui dichiarare che nessuna voce o maniera di dire italiana (salvo un qualche abbaglio) io ho messo nelle spiegazioni la quale prima non me l’abbia veduta ne’ Vocabolarî Italiani o in qualche classico o udita in Firenze medesimo, e ho citato la fonte di dette voci perchè altri possa farsene un criterio.

Ogni nome vien fuori pel suo mascolino singolare. Agli aggettivi positivi ho unito il superlativo, siccome però il detto positivo rimane delle volte accennato come participio presso il verbo, in tal caso il superlativo vien fuori solo. I verbali escono al mascolino e accanto hanno la desinenza femminile. I vezzeggiativi, diminutivi, peggiorativi, acerescitivi vengon fuori al loro ordine alfabetico,

Ond’evitare che taluni avverbiali fosser veuuti fuori alla lettera della particella che hanno avanti come: a-babbalà, a-bracciu, a-casu, in-quantità, ecc., io li ho registrati alla voce principale loro: babbalà, bracciu, casu, quantità, traggo da questa riformazione quegli avverbiali cui l’uso avrà accettato come unica parola.

Ne’ verbi ho messo uniti sotto unica lettera sì l’attivo che l’intransitivo e il passivo, facendone soltanto de’ paragrafi separati, e poichè ogni attivo può farsi passivo, quando quest’ultimo non ha usi speciali io ho tralasciato di registrarlo. Ho unito pa-