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CAM — 145 — CAM


Cammaruneddu. s. m. dim. di cammaruni.

Cammaruni. s. m. accr. di cammara: camerone.

Cammarunottu. s. t. dim. di cammaruni, camerone di mezzana grandezza.

Cammiali. V. cambiali.

Cammiari. V. camiari. || V. canciari.

Cammicetta. s. f. Camicetta che copre le spalle e il petto alle donne e dal collo esce fuori una bavera ricamata: camicino.

Cammicettu. s. m. dim. di cammisu o cammiciu: camicetto.

Cammiciottu. s. m. Soldato albanese, il vestimento del quale ha una specie di gonnella bianca, che sembra camicia.

Càmmiciu. s. m. T. parr. Specie di grembiale che i barbieri metton indosso a chi tagliano o pettinano i capelli: accappatoio.

Cammisa. s. f. Veste di pannolino che si porta in sulla carne: camicia. || Certo intonaco che serve a gettare statue, campane e simili: camicia. || – di jornu – di notti: camicia di giorno – di notte. || ’n cammisa: in camicia, scamiciato. senz’altro che la camicia. || Prov. prima la cammisa e poi lu jippuni, prima per sè e poi per gli altri (A. V. ital. cammisa nel Bojardo). V. in jippuni. || porta cammisa cui fila e cui nun fila, effetto del privilegio: chi lavora fa la roba a chi si sta. || ognunu si stuja cu la sò cammisa, ognuno fa per sè e colle cose sue: ognuno si pari le mosche colla sua coda.

Cammisaru –ra. s. m. e f. Chi fa o vende camice: camiciajo –aja.

Cammisazza. s. f. pegg. di cammisa: camiciaccia.

Cammisedda. s. f. dim. di cammisa: camicetta.

Cammisina. s. f. Mezza camicia: camiciuola, sopraccamicia. (An. Cat.).

Cammisinu. s. m. Certo mantelletto che scende sino al cinto, detto anche pilligrina: bavera.

Cammisola. s. f. Mezza camicia che portasi sopra altra camicia: camiciuola (An. Cat.).

Cammisolu. s. m. Camicia da uomo, da giorno: camicia (Sp. camisola e Fr. camisole o forse dall’Ital. cammiciuola).

Càmmisu e Càmmiciu. s. m. Veste bianca lunga di pannolino che indossa il sacerdote nelle sue funzioni: camice.

Cammisuna. s. f. accr. di cammisa: camicione.

Cammisuni. s. m. accr. di cammisu, e si dice per elogiarne il pregio.

Cammuccu. V. calmuccu.

Camommu. s. m. T. bot. Pianta che ha i fiori in ispica radicale, sessile, le foglie ovali, terminanti in punta acuta, le capsule rotonde, trigone, con molti semi angolosi: amomo, cardamomo minore. Amomum cardamomum L.

Camora e A camora. modo avv. composto di com’ora: per ora, attualmente, adesso.

Camòrchiu. s. m. Pezzo di legno e d’altra materia soda, ad una estremità grosso all’altra appuntaio. che si adopera a stipar il buco della carbonaja accesa, e può servir ad altri usi: bietta.

Campa. s. f. Sorta d’insetto che rode la verdura: bruco, curculione. (Lat. campa). || – di l’api, quel vermicello che si genera dalle pecchie nel miele: cacchione. || – di l’olivi V. cantaridi. || Detto ad uomo: rapace. || Parte inferiore della nassa, di figura conica.

Campagna. s. f. Paese aperto fuori della terra murata: campagna. || Terreno ove non siano nè alberi, nè case, nè monti: campagna rasa. || Villa, luogo di delizia; il tempo di villeggiare. || essiri belli o tinti li campagni: andar bene o male la campagna. || Nel militare, il tempo di ciascun anno in cui guerreggia, ed anche la battaglia stessa: campagna. || fari ’na campagna, in gergo vale: vagabondare, e in senso osceno: sbordellare.

Campagnedda. s. f. dim. di campagna: campagnetta.

Campagniata. s. f. Spasso che ci si piglia un giorno o due, andando in campagna: scampagnata.

Campagniatedda. s. f. dim. Scampagnatina.

Campagnolu. add. Appartenente a campagna: campagnuolo. || funcia campagnola: campignuolo. || a la campagnola: mod. avv.: alla contadinesca.

Campali. add. Di o da campu, dicesi di battaglia decisiva: campale. || met. disastroso, pieno di contrattempi p. e. jurnata o nuttata campali: infelice, sfortunata.

Campana. s. f. Strumento noto: campana. || Vaso fatto a guisa di campana, per uso di stillare: campana. || Vaso di cristallo per difendere dall’aria, dalla polvere o per adorno: campana. || – di lu nicissariu, un ricettacolo sotterraneo di schifezze, senza condotto, ma che di tanto in tanto bisogna votarlo: volta della fogna. || sunari li campani all’armi: sonare a stormo, stormeggiare. || – di voi, piccola campana attaccata al collo al bue: squilla. || la campana è la trummetta di la sepultura, perchè suona a martoro. || la campana chiama li genti a la chiesa ed idda sta fora, chi fa per altri e nulla per sè. || la campana dici dammi e dugnu (o dàuti), esprime il dovere d’ajutarci l’un l’altro: bisogna fare a giova giova. || Quell’istrumento che i palombari usano per cercare il fondo del mare: campana. || – di lignu, simulata sordità, onde fincirisi campana di lignu, non voler intendere: sonar le campane, fingersi sordo. || stari o tinirisi ’n campana, star a vedere, aspettare prima di fare o dire: bargagnare. || a campana, modo avv.: a guisa di campana. || attaccari li campani, nella settimana santa: legare le campane. E sciogghiri li campani, il sabato santo: sciogliere le campane.

Campanarista. V. campanaru, sonator di campane.

Campanaru. s. m. Chi fonde le campane: campanario, campanaro. || Chi a soldo suona le campane: campanajo, campanaro. || add. Detto di bestia da branco, quella che guida le altre: guidajuola. || s. m. Quella torre ove stanno le campane: campanile. || Le interiora, o ciò che è rinchiuso nella cavità del petto e del ventre degli animali buoni a mangiare: interiora, entragno, interame.

Campanazza. s. f. pegg. di campana: campanaccia, campanazza. || Per campanazzu V. || a la campanazza, modo avv., modo d’uccellare. V. ciacculata.

Campanazzu. s. m. Sorta di campanello che appendesi al collo della bestia che guida l’armento o il gregge: campanaccio.

Campanedda. s. f. dim. di campana: campanello.