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servarli dalla jettatura. || corna di lu riloggiu V. in curnicchiu. || pittinatura a corna; i capelli imbottiti con altri capelli non proprî.

Cornucopia. s. m. Abbondanza; corno pieno di molte cose: cornucopia.

Cornu-d’Ammuni. s. m. T. paleontologico. Nicchio fossile, ronchioso, contornato in ispirali, che raffigurata le corna del becco: cornammone, corno d’Ammone. Cornu Ammonis.

Corografia. s. f. Breve e minuta descrizione di un paese: corografia.

Corolla. s. f. T. bot. Organo del fiore disposto in circolo attorno degli stami: corolla.

Corollàriu. s. m. Aggiunta o conclusione, che si ricava dalle cose dette prima, e si aggiunge alla conclusione principale: corollario.

Coronali. s. m. T. anat. Uno degli ossi della testa, osso della fronte, e la prima sutura del cranio, che prende trasversalmente da una tempia all’altra: coronale, sutura coronale. || Intreccio di quattordici sonetti continuati sopra lo stesso argomento: coronale, sonetti a corona.

Coronari. V. incurunari e derivati.

Coronidi (Per. Sommità, in ultimo: per coronide.

Coronòbbiu, Coronòpiu, Coronopu. s. m. T. bot. Pianta che ha le foglie lineari, pennato-dentate, lo scapo e la spica gracile: coronopo. Plantago coronopus L.

Corporali. s. m. Quel pannicello quadrato di lino bianco inamidato, sul quale posa il prete l’ostia consacrata ed il calice nel dir la messa: corporale.

Corporali. add. Di corpo, di sostanza corporea: corporale. || Appartenente a corpo: corporale. || Personale: corporale. || Aggiunto a pena, vale capitale, di morte: corporale.

Corporalità. s. f. Astratto di corporale: corporalità.

Corporalmenti. avv. Col corpo, in persona: corporalmente.

Corporatura. s. f. Tutto il composto del corpo: corporatura. || Statura in quanto all’altezza e grossezza: costituzione, figura.

Corporazioni. s. f. Compagnia formata sotto leggi comuni, congregazione: corporazione (Voce di uso ma criticata dall’Ugolini).

Corporeità. s. f. Astratto di corporeo: corporeità.

Corpòreu. add. Di corpo, che ha corpo: corporeo.

Corpu. s. m. Materia dotata di lunghezza, larghezza e profondità: corpo. || Parte composta del composto dell’animale: corpo. || Pancia, ventre: corpo. || Cadavere: corpo. || met. La capacità di qualunque vaso: corpo. || jiri di corpu, cacare: andar del corpo. || – sciotu V. cacaredda: corpo sciolto. || – avaru: stitichezza. || beneficiu di corpu, l’andar del corpo: beneficio di corpo. || mòviri, smòviri o sciògghiri lu corpu, far cacare: muovere, smuovere o sciogliere il corpo. E fig. annojare: smuovere il corpo. || met. Tutta la massa insieme unita di molte parti ridotti a una: corpo. || – di guardia, numero di soldati che stiano di guardia, e il luogo ove stanno: corpo di guardia. || – di liggi, di testi ecc., il complesso: corpo di leggi, di testi ecc. || – di delittu, la cosa, il luogo, le circostanze che conducon a determinar il delitto: corpo del delitto. || aviri corpu o bonu corpu, dicesi de’ tessuti quando le fila son bene unite: corpo. Detto de’ colori che son poco trasparenti o acquosi: aver corpo (Vasari: colori carichi di corpo). È de’ lattovari quando non sono nè troppo sodi, nè troppo teneri: avere buon corpo. || T. tip. L’aggregato di tutte le lettere di una spezie di carattere: corpo. || – di lu torchiu: corpo. || – di li casi: un ceppo di case, isola. E ogni stanza, ogni sito diviso da mura. || Detto di vesti, la parte che cuopre il busto: corpo. || essiri dui armi ’nt’on corpu o un’anima e un corpu, dicesi di due intrinseci amici: essere due anime in un nòcciolo. || – di la tunnara, il settimo spartimento della tonnara. || tinirisi un medicamentu ’n corpu, quando non se ne risente beneficio. || fig. tinirisi ’na cosa ’n corpu, non manifestare, o serbarla ad altra volta. || ristari cu la simenza ’n corpu, non poter dire o fare per paura di ostacoli o forza superiore. || – mortu: cadavere. Per sim. qualunque materia stantia, divenuta nocevole o disutile. || – di Baccu, – di Satanassu ecc., esclamazione di chi impazientisce: corpo di Bacco, – del diavolo, ecc. Usasi anco per maraviglia: diancine! || – santu, quello di un santo: corpo santo. || – celesti, pianeta: corpo celeste. || corpu a corpu, solo a solo, di presenza: corpo a corpo. || dari corpu, dar sostanza: dar corpo. E dari corpu all’umbri, immaginarsi, o dar per vero ciò che non è: figurarsi. || Forza e vigore di certi liquidi p. e. stu vinu havi corpu: questo vino ha corpo. || a corpu mortu, alla disperata: a corpo morto.

Corpu e Colpu. (pl. corpa) s. m. L’impressione che fa un corpo sopra un altro nel percuotere, botta, percossa: colpo. || Segno del colpo ricevuto: colpo. || Accidente che trae seco conseguenze funeste: colpo. || – mastru o di lu mastru, quando l’uomo fa o dice alcuna cosa con maestria: colpo maestro o di maestro. || – di fortuna, – di sorti: accidente fortunato. || – di mari, – di unna, urto del mare: colpo di mare. || – d’aria, male fisico prodotto dall’aria fredda: colpo di aria. || – di cuteddu V. cutiddata. || met. Cordoglio: colpo, ferita. || – di lanzu, – di tussi V. lanzu, tussi. || – di ventu: nodo o gruppo di vento, scionata. || – d’acqua V. dragunara. || fari corpu, colpire, e fig. riuscir felicemente qualche fatto: far colpo. Per persuadere: far breccia. || fari un corpu ’n dui: far due cose a un’otta: battere due ferri a un caldo. || dari un corpu a la vutti e n’autru a lu timpagnu, trattar più faccende a un tratto: un colpo sul cerchio, uno sulla botte. || corpu pri corpu, avv. ad ogni colpo: colpo colpo. || a dui o a quattru corpi, subito: in due colpi. || dari quattru corpa a un sirvizzu, lavorar in fretta: tirar giù un lavoro. || ’ntra un corpu, a un tratto: di colpo, di botto. || tuttu ’nt’on corpu, nel medesimo momento: a un colpo. || a corpa cuntati, per lo più: sovente. || – murtali, che reca morte; met. di pessime conseguenze: colpo mortale. || – d’occhiu: sguardo, occhiata. || Bella veduta, prospettiva: bell’occhiata (Così propone Tomm. invece del Fr. coup-d’oeil. Ugolini). || fari un bellu corpu, conchiudere con accorgimento un negozio: far un bel colpo. || a corpu sicuru, senza pericolo di sbagliare: a colpo sicuro. || – di scuru, dicesi per beffa a chi ha fallato in cosa