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COR — 231 — COS


Corrugaturi. s. m. T. anat. Muscolo che accorciandosi viene ad increspar le sopracciglia: corrugatore.

Corrugazioni. s. f. Lo increspamento: corrugazione. || Il raccogliersi degl’intestini per colica o altro accidente: contrattura, rattrappatura.

Corrumpìbbili. add. Atto a corrompersi o ad essere corrotto: corrompevole.

Corrumpimentu. s. m. L’atto del corrompere o corrompersi: corrompimento.

Corrùmpiri. v. a., intr. e rifl. Guastare, contaminare, putrefare: corrompere. || Violare, torre la verginità: corrompere. || Imbastardire la purità della favella, dello stile ecc.: corrompere. || Indurre altrui con donativi a far ciò che non deve: corrompere || rifl. a. Sparger il seme animale: corrompersi. || Detto di tempo, annuvolarsi, disporsi a pioggia: corrompere o corrompersi all’acqua. P. pres. çorrompenti e corrumpenti: corrompente. P. pass. corrumputu e corruttu: corromputo e corrotto.

Corrumpituri –trici. V. corrutturi.

Corruttamenti. avv. In modo corrotto: corrottamente.

Corruttela. s. f. L’effetto della corruzione, corruzione più abituale, più intima, non ha sensi corporei: corruttela. || Male di stomaco cagionato da soverchio cibo: indigestione.

Corruttìbbili. add. Atto a corrompersi: corrottevole, corruttibile. Sup. corruttibilissimu: corruttibilissimo.

Corruttibbilità. s. f. Astratto di corruttibile: corrottibilità, corrottibilitade, corrottibilitate.

Corruttissimamenti. avv. sup. Corrottissimamente.

Corruttivu. add. Atto a corrompere: corruttivo.

Corruttu. add. Da corrùmpiri: corrotto. || Putrido: corrotto. || Detto di commestibili, frutta: guastato, infracidato, putrefatto, stantìo. || Detto di lingua, stile, lontano della sua purezza: corrotto (A. V. ital. corrutto, Latini). Sup. corruttissimu: corrottissimo.

Corrutturi –trici. verb. Chi o che corrompe: corruttore –trice.

Corruzioni. s. f. Il corrompere o corrompersi: corruzione. Cambiamento di bene in male: corruzione. || Violazione, depravazione: corruzione. || Il corrompersi a libidine: corruzione.

Corsè. s. m. Busto men grave, con meno balene: fascetta V. bustu (Fr. corset e Sp. corsè).

Corsu. V. in cani.

Corteccia. V. quarteccia. || V. scorcia.

Corteggiamentu. s. m. L’atto del corteggiare: corteggiamento.

Corteggiari. v. a. e intr. Far corte, accompagnare i signori e far loro servitù: corteggiare. || Usare gentilezza e maniere amorevoli con dame: corteggiare. P. pass. corteggiatu: corteggiato.

Corteggiaturi. verb. m. Chi corteggia: corteggiatore.

Cortèggiu. s. m. Il corteggiare: corteggio. || Codazzo, corteo: corteggio. || Corteggiamento che si fa all’amata: cicisbeato.

Còrtici. s. m. V. china-china. || – vinterànu. T. bot. corteccia di una pianta esotica, che ci si reca in pezzi accartocciati, compatti e duri di superficie rugosa, color cannella, e sapore aromatico bruciante: corteccia coriocostina Winteriana. Cortex Winteranus verus. Drimis Winteri L.

Coru. s. m. Adunanza di cantori: coro. || Luogo dove si canta nelle chiese: coro. || Tutto il legname messo in opera per ornamento e comodo del coro: coro. || parrari a coru, confusamente, a una volta: far chiucchiurlaja. || Adunanza di più interlocutori insieme nelle commedie e si prende pe’ versi cantati o recitati dall’adunanza: coro.

Còrula. V. còllira.

Corvu. s. m. T. zool. Uccello grasso, nero, noto, che si pasce di carname: corvo. Corbus L. || fig. Persona di mal augurio, o vestita a nero: corvo. || prov. corvi cu corvi non si scippanu l’occhi, i tristi non si contrariano fra loro: corvi con corvi non si cavano mai gli occhi. || raru comu li corvi bianchi, rarissimo: essere più raro de’ corvi bianchi. || Aggiunto di pelame, vale nero: corvo. || – di notti, la più piccola spezie delle cornacchie che distinguesi dal becco men grosso, ritondetto e armato: coracia, upupa, bubbola. Upupa L. || – pisci, pesce che essendo coperto di un bel nero fu paragonato al corvo: coracino. Coracinus L. || Prov. aspittari lu corvu, aspettare chi non tornerà: aspettar il corvo. || li corvi pari ca si sciarrianu, ma nun si scornanu, i tristi fra loro non si fan male: i corsali si nimicano, ma non si dànno.

Cosa. s. f. Nome generalissimo: cosa. || Fatto, negozio, argomento ecc.: cosa. || – bona, detto di uomo: rispettabile; al contrario, tu nun sì cosa bona: sei un tristo. || – di ridiri, – d’infuddiri, – di stùrdiri ecc.: cosa da ridere ecc. || – di vastuniarilu ecc., degno di busse; in questo senso può esser seguito da molti altri verbi: è cosa da... || nun c’è cosa, o nun ci è cosa pri la quali, per dire che tal cosa sia mediocre: non v’è gran che. || nun aju cosa, riferito alla salute, non istò male: mi contento (a Firenze). || essiri cosa di qualcunu, avergli intrinsichezza somma: esser cosa di alcuno. || aviri così di nun darinni a nuddu o di cuntarili a lu medicu: esser sommamente travagliato, vessato. || la prima cosa, posto avv., primieramente: la prima cosa. || nun è cosa o cosa pri la quali, non conviene: non è cosa! || cosi magni! espressione per esagerare: cosona! || li cosi, detto ass. in pl. vale dolci, confetti ecc. pe’ fanciulli: chicche. || cosi di morti, regali che i genitori fan trovare il giorno de’ morti ai bambini dando lor a credere che li lascino i morti. || – di natali, regali di cose mangerecce fatte a’ bambini per natale: ceppo. || – di dintra, le interiora dei polli o altri animali: entragno; e quelle degli agnelli: coratelle, frattaglie. || cosi chi nun nn’hannu mancu li spiziali ’nta li burnii, eccesso di stravaganze, stranezze: cose dell’altro mondo. || cosi longhi addiventanu serpi, il perder tempo o l’allungar troppo riesce male: cose lunghe diventano serpi. || ogni cosa a so tempu: ogni cosa a suo tempo. || pensa la cosa prima chi la fai, chi la cosa pinsata è bedda assai, pria di fare bisogna pensare: bisogna prima pensare e poi fare, o cento misure e un taglio solo. || sintirisi cosa o cosa granni, aver pretensione di essere qualcosa di grande, di superiore: sentire molto di