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quella che per un filo d’erba s’arrampica dovunque. || pedi o ugna di crapa, nicchio, che non è altro che le blatte bisanzie degli arabi: unghia odorata. || pisci crapa, pesce del genere degli spari, d’un rosso chiaro di fragola: fravolino (a Roma). || – pipirina V. pipirinu. || ’un fu mai vista crapa morta di fami: non fu mai vista capra morta di fame; perchè mangian di tutto. || tantu la crapa zoppa va pri li munti ’nsina chi lu lupu s’infrunta, tanto altri pecca finchè trova il gastigo: vassi capra zoppa se il lupo non la intoppa. || una crapa virminusa ’nfetta una jinia: una pecora infetta, n’ammorba una saetta.

Crapareddu. s. m. dim. di craparu: caprarino (Tigri, Canti pop. Tosc.).

Craparìa. s. f. Luogo o stalla dove si raccolgono le capre: caprile, caprareccia.

Craparicchiu. V. crapareddu.

Craparu. s. m. Guardiano o custode delle capre: caprajo, capraro. || Chi ne va vendendo il latte: lattajo.

Crapazza. s. f. pegg. e accr. di crapa: capraccia (An. Cat.).

Crapetta. dim. e vezz. di crapa: capretta.

Crapettu. s. m. Il figliuolo giovine della capra: capretto, beccherello.

Crapiari. V. capriari.

Crapiata. s. f. Miscuglio di diversi vini formanti una sola bevanda, o vino fatto da molte qualità d’uve. || trasl. Miscuglio di altre diverse cose, nel senso di disordine; (meli) di beni e mali crapiata: intruglio, guazzabuglio, mislea.

Crapicceddu. s. m. dim. di crapicciu: capriccetto.

Crapicciazzu. pegg. di crapicciu: capricciaccio (Tomm.).

Crapìcciu e Caprìcciu. s. m. Bizzarrìa più versatile: capriccio. || Movimento subito d’animo o fare o volere checchessia di strano e bizzarro: capriccio. || Pensiero strano, ghiribizzo: capriccio. || Libera fantasia musicale: capriccio. || fari li così a crapicciu, operar senza considerazione, senno: operar a capriccio. || cosi di crapicciu, in buona parte vale, piacevoli, diverse: capricciose. || T. pitt. Piccole figure rapprosentanti azioni di minuta gente o fantasie bizzarre: bambocciata.

Crapicciusamenti. avv. In modo capriccioso: capricciosamente. || Ingegnosamente, con invenzione vivace e spiritosa: artificiosamente.

Crapicciusazzu. pegg. e accr. di crapicciusu.

Crapicciuseddu. add. dim. di crapicciusu: copricciosetto, capricciosello.

Crapicciusissimamenti. avv. sup. Capricciosissimamente.

Crapicciusu. add. Che ha capriccio: capriccioso. || Di cose fatte a capriccio, graziose, singolari: capriccioso. || Parlandosi di cose naturali, straordinarie, strane: capriccioso. || Belloccio, che fa incapricciare. || Chi brama che le sue subitanee e spesso strane idee si eseguiscono: capriccioso. Sup. crapicciusissimu: capricciosissimo.

Crapicciusuni. s. m. accr. di crapicciusu.

Crapignu, Crapinu. add. Di crapa, che viene da capra: caprino. || quistioni di lana crapina, modo prov., discussioni inutili, da nulla: questione di lana caprina.

Crapiola. V. capriola.

Crapiolu. V. capriolu. || T. bot. Quel tralcio di vite, che da sè attorcigliasi ad altri corpi: capriolo, viticcio.

Crapistata. s. f. Colpo di capestro.

Crapisteddu. s. m. dim. di crapistu: capestrello, capestruzzo.

Crapistu. s. m. Fune o altro con cui si tiene legato pel capo il cavallo o altra bestia: capestro, cavezza. || Per sim. il laccio con cui s’impiccano gli uomini: capestro.

Crapitteddu. s. m. dim. di crapettu: caprettino. Il f. è raro.

Cràpiu. V. crapiolu. || Il maschio della camozza e della gazzella.

Crapiulè. s. m. Carrozzella da nolo a quattro ruote a un cavallo: pincionella (a Roma), fiacchero (a Firenze) carrozzello (a Napoli) (Fr. cabriolet).

Cràppula. V. ciàppula. Così verso Baucina.

Cràpula. s. f. Vizio del troppo mangiar e bere, e l’atto: crapula.

Crapulari. v. intr. ass. Mangiar e bere soverchiamente: crapulare.

Crapularìa. s. f. Il crapulare: crapulosità.

Crapuliari. V. crapulari. || V. anco capuliari.

Crapulunazzu. s. m. pegg. di crapuluni.

Crapuluni. s. m. Chi cràpula abitualmente: crapulone.

Crapunarìa. s. f. Vigliaccheria.

Crapunazzu. s. m. pegg. di crapuni: capronaccio. || Vigliaccaccio.

Crapuni. s. m. Capro grande: caprone. || Per ingiuria ad uomo pauroso: castrone, vigliacco.

Crapuzza. s. f. dim. vezz. di crapa: caprettina, capretta. || crapuzzi, quelle macchie d’incotto nelle gambe delle donne che usano tener fuoco sotto, nel freddo: vacche.

Crasèntula. V. casèntula.

Crassu. add. Per aggiunto ad ignoranza, errore grande: crasso. || Denso, consistente: crasso. || Per grassu V.

Crastamentu. s. m. L’atto del castrare: castramento (Manca in molti Vocabolari, ma parmi usabile).

Crastamigna. Voce bassa, vale bravata: lavacapo. || leggiri ad unu la crastamigna, far una gran grida in capo: dar un grattacapo, legger le corna, risciacquar un bucato.

Crastari. v. a. Torre i testicoli: castrare. || met. Torre il comodo di operare: castrare. P. pass. crastatu: castrato.

Crastatu. s. m. Agnello castrato: castrato. || Carne di esso: castrato. || Detto ad uomo: eunuco.

Crastatura. s. f. Il castrare: castratura.

Crastaturi. verb. m. Chi o che castra: castratore –trice.

Crastazioni. s. f. T. chir. L’operazione del castrare: castrazione.

Crastazzu. pegg. di crastu: castronaccio. È anco accr. || Per becco.

Crasticeddu. s. m. dim. di crastu: castroncello.

Crastu. s. m. Agnello castrato: castrone. || – varvariscu V. varvariscu. || – tortu, montone privato della facoltà di generare non per castrazione, ma per torcimento di canali spermatici. || – campanaru, montone che guida lo armento col campanaccio al collo: castrone guidajuolo.|| Per colui a cui la moglie abbia mancato di fede: becco, cornuto. || fari crastu ad