Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
DIV | — 329 — | DIT |
Divulgazioni. s. f. Il divulgare: divulgazione.
Divurari e derivati. V. divorari.
Divutazzu. In senso di s. Colui che frequenta molto le chiese: chiesolastico. || iron. Bacchettone: baciapile, picchiapetto, graffiasanti, storpiccione, divotuzzo.
Divuteddu. add. dim. di divotu: un po’ divoto. || I mendicanti così chiaman coloro che fan loro l’elemosina, e viceversa così son chiamati da questi.
Divutissimamenti. avv. sup. Divotissimamente.
Divuzioni. s. f. Affetto pio e pronto fervore: divozione. || Superstizione o falsa divozione: divozione. || Ossequio, riverenza, affezione: divozione. || Soggezione, dipendenza: divozione. || In pl. Orazioni, preci: divozioni. || dirisi o farisi li divuzioni, far le cose religiose, spirituali: farsi o dirsi le divozioni. || aviri divuzioni cu unu, essergli divoto: aver divozione in alcuno. || nun mi rumpiri la divuzioni, modo basso per dire, non mi seccare: non mi romper la divozione.
Divuziunateddu. o addivuziunateddu dim. del participio divuziunatu.
Divuziunatu. o addivuziunatu participio che manca di verbo, e significa pieno di devozione: divoto, religioso.
Divuziunedda. s. f. dim. di divuzioni: divozioncella.
Divuziununa. accr. di divuzioni.
Dizziunarieddu. s. m. dim. di dizziunariu: dizionarietto.
Dizziunarista. s. m. Chi fa dizionarii.
Dizziunàriu e Dizzionariu. s. m. Libro ove sono ordinate alfabeticamente le varie dizioni di una lingua, di una scienza, arte ecc.: dizionario.
Dizziunariuni. accr. e magnif. di diziunariu.
Dizzioni. s. f. Minima parte della dicitura, e può contener uno o più modi di dire: dizione. || Giurisdizione, dominio: dizione. Dal Lat. ditio.
Do. T. mus. Nota musicale: do.
Do. V. don. || aviri, dari lu do: avere, dare del vossignoria. || essiri una cosa cu lu do; esser eccellente. || lu do senza li nninni, titoli senza danaro.
Doccia. V. duccia.
Doccar. s. m. Spezie di carrozza. Inglese Dag-cart. (Molti vocaboli attenenti a carrozza, ebbi favoriti dal gentile e caro Michelangiolo Siciliano).
Doccu e Ddoccu. s. m. Spezie di tessuto doppio di lino o di cotone: dock voce straniera.
Docilettu. add. dim. di docili: docilino.
Dòcili. add. Pieghevole all’altrui parere, atto ad apprendere: docile. Sup. docilissimu: docilissimo.
Docilissimamenti. avv. sup. Docilissimamente.
Docilità, Dociltà e Docilitati. s. f. Qualità astratta di chi è docile: docilità, docilitade, docilitate.
Docilmenti. avv. Con docilità: docilmente.
Documentari. v. a. Afforzare, convalidare con documenti: documentare. P. pass. documentatu: documentato. (Mort.).
Documentativu. add. Che può servir di documento.
Documentu. s. m. Scrittura, atto che provi la validità di checchessia: documento.
Dogghia. s. f. Dolore, ed ha senso corporeo: doglia. || dogghia colica, dolore di intestini e principalmente del colon: dolor colico. || In pl. i dolori del parto: doglie. || dogghi friddi, quelle non capaci ad espeller il feto: doglie fredde. || quadiari li dogghi: rinforzar le doglie, e met. si dice d’ogni passaggio dal tardi al celere. || ’na dogghia cchiù e sia masculu, prov. per indurre, per confortar alcuno a patir più per maggior effetto. || vuliri beni comu ’na dogghia di stomacu, odiare, detestare. || cu’ metti lu jiditu a la porta la dogghia si la porta, chi s’espone volontario al periglio difficilmente ne scampa. || dogghia di cavaddi, dolore nel ventre di essi che cagiona torsioni, rugghiamento nelle budella, e uscita di sterco indigesto: aragaico in veterinaria. || megghiu dogghia di vurza ca di cori; meglio spendere, che patire sventure: meglio dolor di borza che di cuore.
Doglia. V. sopra.
Dolenti e Dulenti. P. pass. di dòliri: dolente. || Meschino infelice: dolente. || Malcontento, pentito: dolente. Sup. dolentissimu: dolentissimo.
Dolentimenti. avv. In modo dolente: dolentemente.
Dolenza. V. duluri. (A. V. ital. dolenza).
Dòliri. v. intr. ass. Sentir dolore che fa il corpo: dolore. || dulirisi, intr. pass. Affliggersi, aver compassione, increscere: dolere, dolersi. || Rammaricarsi, lamentarsi: dolersi. || Querelarsi, lagnarsi d’alcuno: dolersi. || tuccari unni cci doli, prov. parlar di cosa che susciti risentimento o desìo di conoscere: toccar dove gli duole. (A. V. ital. dolire. Bonag. Urbicianni.)
Dolliddu. V. liddu.
Dolu. s. m. Inganno, frode: dolo. || Per dolore, pena: duolo. || V. in furia un prov.
Dolusu. add. Frodolente, che ha o fa dolo: doloso.
Domabbili. add. Atto ad esser domato: domabile. Sup. domabbilissimu: domabilissimo.
Domanna. V. dumanna.
Domanti. V. diamanti.
Domari. v. a. Far mansueto e trattabile: domare. || met. sottomettere, soggiogare: domare. || Rintuzzare, mortificar gli effetti: domare. || Macerare, ammollire, rammorbidire: domare, mollificare. P. pass. domatu: domato.
Domascari. V. damascari.
Domascaru. V. damascaru e seguenti.
Domascheddu e Damaschettu. V. damascheddu.
Domaschinari. V. damaschinari.
Domaschinu. V. damaschinu.
Domascu. V. damascu.
Domascuni. V. damascuni.
Domaturi –trici. verb. Chi o che doma: domatore –trice.
Domeddugnu. (a quasi dicesse a dammi e dugnu, giuoco da fanciulli di dar e ricevere.
Domesticabbili. add. Atto a potersi domesticare: domestichevole, dimestichevole.
Domesticamenti. avv. Alla domestica: domesticamente, dimesticamente.
Domesticanu. Per domesticu. V.
Domesticari. V. addumisticari: domesticare, dimesticare.
Domestichissimamenti. avv. sup. Domestichissimamente.
Domestichizza. s. f. Astratto di domestico, familiarità: domestichezza, dimestichezza.