Pagina:Antonino Traina - Nuovo vocabolario siciliano-italiano.pdf/383

Da Wikisource.
FAR — 365 — FAR


gio; ed è pure ornamento in su cappelli da donna, in su cortine ecc.: falpalà, fàrpalo, farpalino. (Buscaino Campo). || a farbalà, modo avv. a modo di farpalo: a farpalo.

Farbu. V. falbu.

Farcata. v. falcata.

Farcati. s. m. T. mar. Tavole sottili che si mettono nel bordo dei battelli per rialzare i bordi e chiudere le aperture destinate al passaggio de’ remi per impedir all’acqua d’entrare: falche.

Farcu. V. falcu.

Farcuneddu. V. falcuneddu.

Farcuni. V. falcuni.

Farda. s. f. V. fersa. || Pannolino del pitale: pezza d’agiamento. || farda di lardu. V. lardu. || Qualunque straccio di panno e simili: strambello, brandello. || Onde fari fardi: strambellato, lacerato. || farda d’apparatu, pezzi di drappo appiccati per parato: drappelloni. || E farda di pavigghiuni: cortinàggio. || Que’ pezzi di tela che s’adoperano o per le fasce di bambini o per altri usi dalle donne: pezze. || – di lu cappeddu. V. in fauda. || – di tuma. V. tuma. || – di pasta. V. pasta.

Fardata. V. fardiddata.

Fardellu. s. m. Fagotto più regolare di robe, arnesi da portarsi in ispalla o sotto braccio pel viaggio: fardello. || fari fardellu, affardellare e fig. andarsene: far fardello.

Fardicedda. dim. di farda. || Brandelluccio. || Pezzuola.

Fardiddata. s. f. Pezzo lungo e stretto di checchessia: striscia. || – di carni: falda.

Fardillettu. dim. di fardello: fardelletto, fardellino.

Farduzza. dim. di farda.

Faredda. V. fadedda.

Faretra. s. f. T. stor. Turcasso, guaina dove si portavan le frecce: faretra (Mort.).

Farfadda (Mal.) e Farfagghia (Aur.). V. farfalla.

Farfagghiari. V. tartagghiari. Scilinguare: farfocchiare (Fanf. Voc. d. u. Tosc.).

Farfalla. s. f. T. zool. Insetto volante, noto; e noi il diciamo specialmente per quelle che giran intorno al lume, e tutte le altre parpagghiuni: farfalla. || Prov. tantu la farfalla gira a lu lumi fina ca s’abbrucia: tanto vola il parpaglione intorno al fuoco, che vi s’abbrucia.

Farfallazza. pegg. e accr. di farfalla: farfallone.

Farfalledda, Farfalletta. dim. Farfalletta.

Farfallicchia. dim. Farfallina.

Farfallunarìa. s. f. Detto vano, ciarla: ciància, castroneria, farfallone.

Farfallunazzu. pegg. di farfalluni.

Farfalluni. accr. di farfalla: farfallone. || Sproposito grosso: farfallone. || Chi ne’ modi e nelle parole è sregolato: sparpaglione, farabolone. || Chi conta sempre favole, bugie: bombone.

Farfantarìa. s. f. Detto non vero: bugía.

Farfantariedda. dim. bugietta, bugiuzza.

Farfantazzu pegg. di farfanti: bugiardaccio.

Farfanteddu. dim. di farfanti: bugiardello, bugiarduolo.

Farfanti. s. m. Chi dice bugie: bugiardo. In italiano furfante è birbante sebbene un po’ meno. || Per astuto, mariuolo: furbo, tristo.

Farfantiari. v. intr. Dir ciance, ciarle: ciarlare, cianciare, bugiare (Fra Bartol. da S. Concordio).

Farfantiscamenti. avv. In modo bugiardo: bugiardamente.

Farfantiscu. add. Che ha del mentitore, che dice bugie: bugiardo add. Mendace.

Farfantottu. dim. di farfanti: bugiarduolo.

Farfantunazzu. accr. e pegg. di farfanti: bugiardaccio.

Farfantuneddu. dim. di farfantuni.

Farfantuni. accr. di farfanti: bugiardone.

Fàrfara. s. f. T. bot. Pianta che ha lo scapo bratteato, cotonoso, con un sol fiore giallo, raggiato; foglie radicali, picciolate, cuoriformi, angolate, tomentose sotto: farfaro, tossilagine.

Farfareddu, Farfaricchiu. s. m. Nome finto di demonio: farfarello. || Per sim. ragazzo inquieto, vivo, che non istà fermo: frùgolo, fèrfero (Rigutini).

Farfaridduzzu. dim. di farfarello: diavolettino. || Nel 2º sign, frugolino.

Fàrfaru. add. Sperto, astuto, sagace: furbo.

Farginisi. V. filiggini.

Fari. v. a. Fare. || Per creare, formare, produrre, generare, fabbricare, eleggere, comporre ecc.: fare. || Adoperarsi attorno a checchessia per darvi forma, ornamento o perfezionarla: fare. || Detto di opere drammatiche, rappresentare: fare. || Esser utile, giovare: fare; p. e. nun fa pri mia: non fa per me. || Esser a sufficienza; p. e. stu pannu fa dui abiti: questo panno fa due abiti. || Stimare; p. e. sta robba la fazzu tri unzi: fare. || io pazzu lu fazzu, cioè credo che sia, lo stimo, lo credo tale. S’usa pure così, p. e. io ad autru fazzu pazzu; e il Rigutini ha in questo senso p. e. il tale è pazzo? ne farebbe, risponde un altro. || Imitare, fingersi, p. e. fari lu babbu: far lo sciocco. || chi ura fa? che ora fa? dell’orologio. || Sommare, dui e dui fannu quattru: due e due fan quattro. || Ritrovarsi, abbondare detto di produzioni, p. e. sta terra fa funci: questa terra fa funghi. || Nascere, apparire di giorno, notte, p. e. fici l’alba: fece l’alba. || Camminare, p. e. fici un migghiu: feci un miglio. || ora fa un annu, un misi: ora fa un anno, un mese, si compie ora. || fari la luna, cominciar le sue variazioni: far la luna, il quarto ecc. || Vendere, dar prezzo, p.e. a quantu faciti sta robba: quanto fate questa roba. || aviri chi fari cu unu, aver che trattare con esso: aver a fare con alcuno. E anche aver con esso carnale dimestichezza: aver a fare o che fare ecc. || dari chi fari, apprestar fatica: dar che fare. Far impedimenti, travagliar alcuno: Villani ha: per dar a fare... allo ’mperadore che non potesse venir in Toscana. || fari chiurma, omini, genti, dinari ecc. raccogliere: far gente, uomini, danari. || fari terra-trimari, fare paura immensa. || Questo verbo unito cogl’infiniti di altri verbi vale fare in modo che si faccia l’azione p. e. fari vidiri, fari sentiri ecc.: far vedere, far sentire. Però noi abusando l’usiamo pel verbo lasciare, p. e. fa passari ad iddu: lascia passar lui; nuddu si facissi truvari ecc. che Villani scrisse: niuno si lasciasse trovare. E farisi vidiri o a bidiri, andare o ritornare da una persona: lasciarsi vedere. || fari l’omu,