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FAU — 372 — FAV


fausu di carriaggiu, si dice di uomo non integro: malvagio. || Detto di bestia: vizioso. || porta fausa, nascosta, secondaria: porta falsa. || tràsiri pri la porta fausa, fig. ottener una cosa non per merito o retta via, salir a dignità per sotterfugi. || cu fausu ’ngannu: ad ingegno, ad inganno, astutamente. || fausu tunnu, dicesi di chi sia furbo in estremo grado: furbo in chermisì. Sup. fausissimu: falsissimo.

Fausuni. accr. di falso: falsissimo.

Fauturi –trici. verb. Chi o che favorisce: fautore –trice.

Fauzìa. V. falsità.

Fauzigghia. V. faucigghia. Così nel Piazzese.

Fauzigghiuni. V. faucigghiuni.

Fàuzu. V. fausu.

Fauzuni. V. fausuni. || V. fauciuni.

Fava. s. f. Pianta nota: fava. Vicia faba L. || la vucca di la fava: il nero della fava. || Enfiatura sulla pelle, per morsicatura di insetto, o scottatura: cocciuola. || Quella parte del pene simile alla ghianda: fava. || quantu una fava, per esprimere cosa piccola. || unu dici ciciri e n’autru rispunni favi, non intendersi, un dice una cosa e altri ne intende o risponde altra. || essiri dui menzi favi o ’na fava spaccata ’n dui, esservi perfetta somiglianza: somigliarsi come due gocciole. || Guadagno tratto con violenza, astuzia, camorra: scrocco. Onde tirari la fava, far lo scrocco. || T. vet. Gonfiezza del palato presso i denti incisivi del cavallo: fava, palatina. || favi palini, le nere. || Sorta di postema: ranella. || favi virdi, quelle fresche ancora nel baccello: baccelli. || Prov. favi e linu mentri su’ ’n ciuri su’ ’n caminu, le fave e il lino quando fioriscono dan bene a sperare. || favi e linu parmentu chinu; o sicuru simina li favi e linu, quann’hai ancora lu parmentu chinu, sul tempo da seminar fave. || favi ’n ciuri acqua a vadduni, quando la fava fiorisce vuol acqua: fava e mela coll’acqua allega. || favi pizzicati, toltole l’occhio, la parte nera, e quindi cotte. || E fari la fava pizzicata, far atto di sfregio: far le fiche. || aprili favi chini, ’ntra maju li cucini, in aprile si mangian fresche, in maggio poi ve n’ha da cuocere per tutti. || la fava fa la via o fava fa via, è la prima seminagione che si fa, indi si semina biada; vuol dir anche che pel suo calore fa sì che la terra frutti poi bene, onde dice il toscano: chi semina fave pispola grano. || s. Martinu favi e linu, si nun su nati su siminati, in italiano evvi invece: a S. Martino la sementa del poverino, sta meglio il grano al campo che al mulino. || fava nica e lavuri a voi pasciri, la fava vuol essere zappata (la 1ª zappa) piccola, e la biada quando è più alta. || rusicari favi, contendere, tenzonare per gelosia o altro. || – inversa, pianta di stelo dritto, frondoso, alta un braccio; foglie sessili e opposte, ovate, seghettate, carnose; fiori porporini o bianchi: fabaria, erba S. Giovanni, fava inversa o grassa, Sedum telephium. Telephium album L. || – lupina. Vedi fasulazzu.

Favaloru. add. Chi scrocca sottomano, o che scrocca sopra negozi: scroccone, scrocchino.

Favanata. s. f. (Pasq.) Riprensione: canata, rabbuffo, bravata.

Favara. s. f. Sorgente di acque: scaturigine, bulicame. || na favara di focu, per sim. una uscita di fiamma a guisa di scaturigine (Arabo favar: lo scaturir dell’acqua).

Favaraggi. V. caccamu (D. B.).

Favata. s. f. Campo dove siano seminate fave: favajo, faveto. O dove siano state seminate fave, caloria ottenuta per mezzo delle fave: favule. || I gambi delle fave svelti e secchi: favule. || Vivanda di fave: favata. || Mangiata di fave: favata. || Prov. la favata cuntrasta cu la mal’annata, il favule fa bene ad onta anco della cattiva annata. || a favata, posto avv. seminato a fave, a caloria: onde dari o pigghiari a favata, dare o prender terra per metterla in caloria. || fari la favata, seminar del grano in quel terreno ove sieno state dianzi coltivate fave: seminar le terre in caluria o caloria (Pitrè).

Favazza. s. f. accr. e avvil. di fava.

Favetta. dim. di fava, ed è di scadente qualità e piccola, e si dà ai cavalli. || Qualità di caccao di minor pregio.

Faviana. V. favi virdi, in fava.

Faviari. v. intr. Produr fave. || Prov. quannu favìa nun si pinìa, quando l’annata produce fave, non fa carestia.

Faviatu. add. Dicesi del colore del manto di cavallo, o delle penne de’ polli, spruzzato di macchiette d’altro colore: moscato, brizzolato, macchiellato.

Favu. V. vrisca.

Fàvula. s. f. Racconto in cui si racchiuda qualche verità o moralità sotto il velo della finzione: fàvola. || Falsa narrazione: fiaba, favola. || essiri o divintari la favula di lu paisi, rendersi oggetto di derisione: esser o rendersi favola del popolo, del paese. || la favola o lu cuntu di la gugghia, il ripeter nelle domande sempre le stesse cose, senza venire a conchiusione: la favola o la canzone dell’uccellino. || Rappresentazione scenica, e intreccio di dramma, poema: favola. || lu lupu ’ntra la favula, si dice quando capita alcuno di cui si stava ragionando: aver fra’ denti alcuno.

Favulazza. pegg. di favula: favolaccia.

Favuletta. dim. di favula: favoletta.

Favuliari. V. favuliggiari.

Favulicchia. dim. di favula: favoluccia, favoluzza.

Favuliggiari. v. a. Raccontar favole: favolare, favoleggiare. || Metter in canzone, far beffe: favoleggiare.

Favuliggiaturi –trici. verb. Chi o che compone o racconta favole: favolatore –trice, favoleggiatore –trice.

Favuliscu. add. Favoloso: favolesco (poco usato).

Favulista. V. favuliggiaturi.

Favuluna. accr. di favula, lunga o ardita.

Favuluni. s. m. Raccontator di favole, bugie: favolone.

Favulusamenti. avv. In modo favoloso: favolosamente.

Favulusità, Favulusitati. s. f. Astratto di favoloso: favolosità.

Favulusu. add. Che ha della favola; spropositato, iperbolico: favoloso. Sup. favulusissimu: favolosissimo.

Fàvura. V. fauda.