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OZZ — 682 — PAC


sa o il padre) di tutti i vizî. E noi diciamo anche: si levi l’ozziu, levi lu vizziu, massima più che mai saggia.

Ozziusaggini. s. f. Il vizio dell’ozio, l’abitudine di esso: oziosaggine.

Ozziusamenti. avv. In modo ozioso: oziosamente.

Ozziusazzu. pegg. di ozioso: oziosaccio (in Firenze).

Ozziuseddu. dim. di ozioso: oziosetto.

Ozziusissimamenti. avv. sup. Oziosissimamente.

Ozziusità, Ozziusitati. s. f. L’essser ozioso, oziosaggine: oziosità, oziositade, oziositate. Prov. ogni vizziu nasci di l’ozziusità. V. in ozziu un simile.

Ozziusu. add. Che sta in ozio: ozioso. || Vano, inutile, superfluo: ozioso. Sup. ozziusissimu: oziosissimo.

Ozziusuni. accr. di ozziusu.

P.

P. Quindicesima lettera dell’alfabeto, decima delle consonanti: p. || È affine alla b ed alla v. || La si scambia spesso colla ch, p. e. chiummu¸ per piombo ecc. || Nella musica è abbreviazione di: piano; e PP val pianissimo.

Pa. Apocope di padre. In Toscana dicono anche pa e pae per padre.

Pa’. Contratto di pri la: per la; p. e. jivi pa’ carni: andai per la carne.

Paa. V. paga in tutti i sensi.

Paari. V. pagari.

Pàbbulu. s. m. Pascolo, alimento: pàbulo.

Pacatamenti. avv. Tranquillamente, placidamente: pacatamente.

Pacatizza. s. f. Tranquillità, calma: pacatezza.

Pacatu. add. Tranquillo, quieto: pacato. || avv. Pacatamente.

Paccariamentu. V. paccariazzioni.

Paccariari. v. intr. Esser senza danaro: fistiar forte, non aver un che dica due, bruciare.

Paccariateddu. dim. di paccariatu: spiantatello.

Paccariatissimu. sup. di paccariatu.

Paccariatu. add. Senza danaro, povero: fistione, spiantato, stangato, fenoso, spelacchiato.

Paccariazzioni. s. f. L’essere spiantato: stanga, fena o fina (Nerucci), spiantazione.

Pacchettu. s. m. Piccolo legno che serviva pel servizio delle lettere o passeggieri; e oggi grosso legno a tre alberi aventi tutti vele quadre: pacchetto, pacchebotto (Pitrè).

Pacchiali. add. Uomo da poco: pacchèo.

Pacchiana. s. f. Dicesi di donna grossa e ben nutrita: pacchierona, botticina.

Pacchianarìa. s. f. Gofferìa, scempiaggine: goffaggine.

Pacchianedda, Pacchianella. dim. di pacchiana.

Pacchianu. add. Balordo, pappacchione: pacchiano.

Pacchiaruni. s. m. Dicesi di chi mostra di essere ben nudrito: pacchiarone.

Pacchiu. V. cunnu. Vi è in italiano una frase: fra nicchi e pacchi, che vuol dire nel luogo più geloso; Rigutini registra la voce pacchio che si dice di persona paffuta, grassoccia. Onde io penso e discerno che vi sia analogia d’origine, sol che noi l’abbiam confinata ad indicare una parte sola, e certo una parte gelosa.

Pacchiuneddu. dim. di pacchiuni: pacchierotto (Fanf. Voc. d. u. Tosc.). Un pittor Senese per essere grassoccio fu detto il pacchierotto; ergo? analogia...

Pacchiuni. s. m. Dicesi di persona grossa e ben nudrita: pacchio (Rigutini), gonfione, pacchierone.

Pacchiutu. add. Grassoccio: poccioso. E nel fem. V. pacchiana.

Pacciu. (Pasq.) V. pazzu.

Paccu. s. m. Piego o involto con entrovi lettere ecc: pacco. || Balla, fascio di cose da trasportare: pacco.

Pacenza, Pacenzia. s. f. Sofferenza, tolleranza, virtù che fa sofferire con rassegnazione: pazienza, pacenzia, pacenzia; e ant. pacienza, pacienzia. || Abito religioso, senza maniche e aperto lateralmente: pazienza. || Interiezione per sofferir in pace: pazienza. Che si dice pur delle volte: santa pacenzia! || arrinigari la pacenzia, non potere o non voler avere pazienza: rinnegar la pazienza. || Prov. pacenzia ci voli a li burraschi, ca meli nun si nni mancia senza muschiu. V. in meli. || cu pani e pacenza, si va ’m paraddisu: pazienza, tempo e danari vincon ogni cosa. || pacenza di santi, oricchi di mircanti, mussu di purceddu e spaddi d’asineddu, son le cose più forti a stancare. || pacenzia. T. bot. Pianta di stelo arboreo, ramoso nella sommità; scorza nericcia; foglie alterne, bipennate; foglioline ovate; fiori bianchi mischiati di turchino e di violetto, a grappoli ascellari: sicomoro, albero della pazienza. Melia azedarach L.

Paceri. s. m. Mediatore per trattar pace: paciere, paciero.

Pachettu. dim. di paccu: pacchetto. || V. pacchettu.

Paci. s. f. Quiete di sensi, d’animo; concordia, contrario di guerra: pace. || Tranquillità, lontananza dallo strepito, dalle noje: pace. || Piccola immagine che si dà a baciare dal Diacono agli assistenti in alcune funzioni ecclesiastiche: pace. || Luogo dove si gode pace: pace. || godiri la santa paci, star in grandissima concordia: goder la pace. || fari fari paci, pacificare: far fare pace, dar pace. || fari paci, depor l’inimicizia: far pace, rifar le paci. Dicesi del giuoco quando si hanno pari perdite o punti ecc.: far pace. || essiri ’mpaci, star in concordia: esser in pace. Dicesi del giuoco quando si fa pace: esser pace. Onde diciamo, semu paci: siamo pace. || darisi paci, rassegnarsi: darsi pace. || dari la paci, funzione ecclesiastica che si fa o col segno del bacio o col porger a baciar una tavoletta: dar la pace. || ’m paci, modo