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degli areonauti, a cui si attaccano quando voglion calare: paracaduta.

Paracheddu. dim. di paracu.

Paracqua. s. m. Arnese per ripararsi dall’acqua: paracqua, ombrello. || Per istupido. || a paracqua, dicesi degli alberi potati in modo da lasciar loro i soli rami superiori: ad ombrello. || paracqui, diconsi certi listelli fissi sotto gli sportelli, per impedire che l’acqua penetri da sotto.

Paracquaru. s. m. Colui che fa o accomoda ombrelli: ombrellajo.

Paracqueddu. dim. di paracqua: ombrellino.

Pàracu. s. m. Prete rettore della parrocchia: pàrroco.

Paracuni. accr. e vilif. di paracu.

Paraddisu. s. m. Luogo de’ beati: paradiso. || – tirrestri, dove, secondo i cristiani, fu messo il primo uomo: paradiso terrestre. || Per sim. luogo delizioso: paradiso. || pezzu di paraddisu, dicesi di cosa deliziosa e specialmente di un pezzo di musica: pezzo di paradiso. || po’ fari pezzi di paraddisu, vale, puoi pregare, o far l’impossibile ma non ti risponderò, non ti crederò ecc.: tu puoi scuotere, ma non otterrai ecc. || Prov. in paraddisu nun si cci va ’n carrozza, (perchè non c’è nemmanco strada rotabile) in paradiso ci si va facendo opere buone: in paradiso non ci si va in carrozza.

Paradiseddu. dim. di paradisu.

Paradisu. V. paraddisu.

Paradossu. s. m. Proporzione apparentemente falsa, ma che potrebbe esser vera: paradosso. || Figura retorica con cui l’oratore tien sospesi gli animi: paradosso. || Per isproposito.

Parafangu. s. m. Quel cuojo che cuopre la parte davanti d’un calesso o altro legno, e ripara dalla pioggia o fango le persone che vi son dentro: parafango.

Parafilu. s. m. T. mar. Pezzo di legno a mo’ di bietta, che s’inchioda sopra l’antenna, altro albero o simile per dar volta ai cavi: castagnola.

Parafiluni. accr. di parafilu.

Parafocu. s. m. Amese che si mette d’innanzi il camino per riparare dal fuoco le persone che vi son vicine: parafuoco. || parafochi, argini che si oppongono perchè nelle campagne il fuoco delle ristoppie non vada avanti.

Parafrenu. V. guardafrenu.

Parafùlmini. s. m. Strumento inventato da Franklin per difendere gli edifizî dai fulmini: parafulmine.

Paraggiari. V. apparaggiari. || T. leg. Uguagliare: pareggiare, ragellare (Zan. Voc. Met.).

Paràggiu. add. Uguale, equivalente: pari. || Uguale, che ha le stesse qualità: compagno. ||senza paraggiu, vale pure senza comparazione: senza paraggio.

Paraggiu. s. m. Paragone, ragguaglio: paraggio. || a paraggiu, modo avv., a paragone: a paraggio. || T. mar. Parte di mare vicino a una costa, o tratto di mare fra due paralleli di latitudine: paraggio.

Paràgrafu. s. m. Parte in cui si dividon le leggi o una scrittura o simile: paràgrafo. || T. stamp. Il segno che indica il paragrafo §: paragrafo.

Paraguantu. s. m. Mancia: paraguanto.

Paragunabbili. Da paragonarsi: paragonabile.

Paragunari. v. a. Far paragone: paragonare. P. pass. paragunatu: paragonato.

Paragunata. s. f. L’azione del paragonare (V. participiu).

Paraguneddu. dim. di paraguni.

Paraguni. s. m. Pietra su cui si stropiccia il metallo per mostrar la qualità; e per sim. cimento, comparazione: paragone. || a paraguni o in paraguni, modo avv., in confronto: a paragone, in paragone.

Paràlisi, Paralisìa. s. f. Malattia nella quale alcuna parte del corpo perde il senso, il moto o entrambi: paràlisi, paralisìa.

Paralìticu. add. Infermo di paralisìa: paralìtico.

Paralizzari. v. a. Render paralitico: paralizzare. || Per render vano; attraversare l’andamento: arrestare, impedire. P. pass. paralizzatu: paralizzato.

Parallellu. add. Equidistante in tutta la lunghezza: parallelo. || avv. Parallelamente.

Parallellu. s. m. Comparazione, uguaglianza: parallelo.

Paralumi. s. m. Arnese che serve a riparar dal lume: paralume. || Quello fatto d’un disco di latta con manico a guisa di ventola: vèntola. || Quello fatto circolare, a cono, che si adatta al tubo del lume: cappello.

Paramànichi. s. f. pl. Quelle liste trasversali che sono il finimento rivoltato delle maniche: paramani, manopòle (Perez).

Paramattisi. s. m. Tessuto di fior di lana a una faccia (Verdone).

Paramentu. s. m. Veste sacerdotale: paramento. || Qualunque abito ricco: paramento. || Adornamento delle pareti de’ tempî, delle case: paramento.

Paramintuzzu. dim. di paramentu.

Paràmitu. V. piramiti. E specialmente certi asserelli pieni di lumi, che si mettevano in Palermo per le feste solenni.

Paramizzali. s. m. T. mar. Pezzo di legname sopra cui è fermato un albero della nave: paramezzale (Zan. Voc. Met.).

Paramizzana. (Pitrè) V. sopra.

Paramuru. s. m. Muro che serve a sostenere il pendìo di altro (Rocca).

Paramuschi. V. cacciamuschi. || V. muschera.

Parancu. s. m. T. mar. Macchina composta di due bozzelli, a uno o due girelli, uno fisso, l’altro mobile: paranco.

Parànculu. V. sopra. || – d’abbannunu, gomena o gherlino attaccato sotto una nave che si abbatte in carena, per raddirizzarla: gomena di raddirizzamento: o per impedire che abbatta di più: trappe (Zan Voc. Met.).

Paranguncinu. s. m. T. stamp. Spezie di carattere: carattere parangoncino (Car. Voc. Met.).

Paranguni. s. m. T. stamp. Spezie di carattere: carattere parangone.

Paranta. s. m. La parte laterale di una porta, finestra ecc.: stìpite.

Paranza. V. paru, s. f. || Sorta di barca di commercio: paranza. || Pl. Barche da pesca a un albero: paranze, paranzelle. || Due randelli per aggiustar un peso. Nel terzo e quarto significato pare derivi dall’essere due, cioè una coppia o un pajo o paro.