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far arrabbiare fieramente. || ’m petra, non pesto: in pietra. || Prov. cavari sucu d’una petra, fare cose impossibili: cavar sangue da una rapa. || petra chi nun pigghia lippu, ’n’è mai bona, ovvero la petra mossa nun pigghia mai lippu, si dice fig. di chi va sempre gironzando: sasso che rotola o pietra mossa non fa muschio. || piccula petra riversa un gran carru, alle volte piccole cause producono grandi effetti: piccola pietra gran carro riversa. || cu’ ad ogni petra voli truzzari, nun cci arristirannu causari, V. in abbajari quel prov. si ad ogni cani chi abbaja ecc. || petra tirata e palora ditta nun ponnu cchiù turnari ’n darreri: pietra tratta e parola detta non può tornar indietro. || essiri natu di la petra, esser poverissimo. || o chistu o petri, quando uno è costretto a fare checchessia: o questo o chiodi.

Petrafènnula. s. f. Dolce duro, fatto di cedro tritato, cotto nel miele, condito con aromi. || farisi petrafennula, fermarsi in un luogo o per ozio o per bisogno: appillottarsi. || essiri ’na petrafennula: esser mansueto come un agnello. || T. bot. Erba: enante. (D. B.).

Petrafennulicchia, Petrafennulidda. dim. di petrafennula.

Petraliari. (Pasq.). V. pitruliari.

Petrificari. V. pitrificari e seg.

Pèttini. s. m. Agnese da pettinare: pèttine. || Quello che usavano le donne portar dietro per tener le trecce: pettine. || Quello che serve alle tessitrici per calcar i fili del ripieno: pettine. || pettini di linnini, pettine a denti fitti per levar i lendini: lendinella. || – largu o lascu, quello co’ denti radi, che serve per iscatricchiar i capelli: pelline rado. || – strittu o finu, quello co’ denti più fitti: pettine fitto. || – d’arrizzari o di spartiri: dirizzatojo, arnese per dividere i capelli. || – di spirugghiari: strigatoio. || – longu: pettine lungo. E così chiamiamo anco il pettini largu: pettine rado, e anco lo strigatojo || La punta delle doghe delle botti. || T. zool. Sorta di pesce piccolo dal bell’occhio: pesce pettine. || T. torn. In pl. due distinti ferri per fare le viti: pettini (pl.).

Pettorali. add. Di o da petto: pettorale. || Di medicina che calma la irritazione polmonare: pettorale. || V. pitturali.

Pettu. s. m. La parte anteriore del corpo dal collo allo stomaco: petto. || Le poppe delle donne: petto. Onde aviri un picciriddu a lu pettu, allattarlo: aver un bambino al petto. || Coraggio: petto. || In pl. T. sart. Le parti d’avanti d’un abito, d’una camicia ecc., che si allacciano o si abbottonano sul petto: petto. || T. calz. La parte del suolo, escluso il calcagno: mezzo suolo, mezza piantella. || Parte triangolare di drappo impuntito che le donne portan in petto sotto il busto: petturina. || corpu di pettu, quel momentaneo tirar con impeto che fanno le bestie da tiro: tratta (Siciliano). || pigghiari di pettu, urtare: dar di petto. Mettersi con ogni sforzo e ardentemente a fare: prender a scesa, pigliarla di petto. || omu di pettu, costante, animoso, vigoroso: uomo di petto. || stari a pettu, star a fronte per combattere, o per regger al paragone: star a petto. Villani: per istar a petto al duca e ai Fiorentini cioè per combatter con loro. || a pettu, o ’mpettu, a paragone: a petto. || pettu a botta, petto in fuori, fig., altiero, tronfio: pettoruto. || a pettu a pettu, o di pettu a pettu, a fronte a fronte: a petto a petto. || a pettu d’oca, dicesi delle ringhiere di cui i bastoni siano curvi: inginocchiato. || pettu di brunzu, dicesi d’uomo forte, ardito, intraprendente. || dari lu pettu a li baddi, far le cose con tutto sforzo: far ogni potere. || battirisi lu pettu, fig., pentirsi: battersi il petto. || a pettu di cavaddu, posto avv., vale soverchiamente, impetuosamente. || aviri ô pettu, allattare un bambino: avere tener al petto un bambino. || mettiri li petti, alle scarpe: risolare.

Petturrussu. s. m. T. zool. Uccelletto che si pasce d’insetti, ha il collo e il petto rosso: pettirosso. Motacilla rubecula L.

Petulanti. add. Che ha petulanza. petulante.

Petulantimenti. avv. In modo petulante: petulantemente.

Petulanza. s. f. Arroganza: petulanza.

Peu. V. peggiu. || a peu a peu: al peggio al peggio.

Peucèdanu. s. m. T. bot. Pianta perenne, comune nei luoghi umidi, dalla radice si fa uscire un liquore giallo: peucedano, finocchio porcino. Peucedanum officinale L.

Pezza. s. f. Un poco di pannicello: pezza || Pezzo di panno o altro che serve per rappezzare panno, vestimento: toppa. || Ciascun di quei pezzi di tela che s’adoperano ai bisogni dei bambini, delle donne od altri usi: pezza. || La tela intera di qualunque materia: pezza. || Moneta pari a L. cinque circa: piastra, pezza. || Ciascun di quei pezzi di tela su cui si distende unguento, o che si mettono sotto le fila per poi fare la fasciatura: pezza. || Parte o pezzo: pezza. || Forma di cacio: piastrella. || Drappo, paramento: pezza. || T. agr. Occhio del germoglio: gemma. Onde innistari a pezza: innestar a gemma, ad occhio. || fig. Rimedio: impiastro. || mettiri ’na pezza: rattoppare. E fig., voler coprire qualche malfatto: palliare, coonestare. || – di la varva, quel pannolino su cui i barbieri puliscon il rasojo nel radere: barbino, barbetto. || Parte di terreno seminato a un modo, p. e. pezza di favi, di fravuli ecc.. piana, ajola, appezzamento. || Quell’involto a guisa di cuscinetto, con cui si prende il ferro da stirare: pugnetta, presa. || pezza vagnata, fig., persona delicata, lenta, morbido: piaccianteo, e vale anche dappoco: moccione. || mittiricci la pezza e l’unguentu, dicesi di chi fatica per altri in alcuna cosa e vi spende del suo: mettervi le pezze e l’unguento. || jiri a lu spitali pri pezzi, fig., chiedere da alcuno ciò che non può dare, essendone bisognoso esso stesso: voler cavar sangue dalla rapa. || cugghirisi li pezzi, V. in cogghiri. || mala pezza, o ironic. bedda pezza di mettiri a mantu si dice a persona malvagia: bel figuro. || fari di unu o d’una cosa pezza di pedi, strapazzarla, malmenarla: abburattarla, farne toppe da scarpe, farne alla palla. || nun aviri ’na peizza, esser poverissimo. || passari pri pezza di cantaru, o di pedi, essere beffato, non valere: essere stimato